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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

Medico arrestato a Brescia, infermiere: “Non ci sto a uccidere pazienti per liberare letti, è pazzo”

“Io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti”. Così un infermiere dell’ospedale di Montichiari, nel Bresciano, scriveva su Whatsapp a un collega a proposito del primario facente funzioni del pronto soccorso, Carlo Mosca, arrestato stamattina dai carabinieri del Nas con l’accusa di aver ucciso volontariamente due pazienti Covid somministrando loro dei farmaci letali. “Sono d’accordo con te, questo è pazzo”, la risposta di un collega dell’infermiere.
A cura di Francesco Loiacono
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Carlo Mosca
Carlo Mosca
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Due messaggi Whatsapp scambiati tra due infermieri dell'ospedale di Montichiari aggiungono ulteriori ombre su Carlo Mosca, il primario facente funzioni del pronto soccorso arrestato oggi dai carabinieri del Nas con l'accusa di omicidio volontario nei confronti di due pazienti Covid. "Io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti", si legge in uno dei due messaggi contenuti nell'ordinanza di custodia cautelare. E un collega risponde: "Sono d'accordo con te, questo è pazzo".

I fatti sarebbero avvenuti durante la prima ondata della pandemia

Lo scambio di messaggi è relativo alla decisione del medico di somministrare dei farmaci anestetici e bloccanti a due pazienti di 61 e 80 anni, che avrebbero condotto i degenti al decesso. I fatti sarebbero avvenuti a marzo dello scorso anno, quando Montichiari come tutta la provincia di Brescia era al centro della prima ondata della pandemia di Coronavirus. Mosca, che attualmente si trova ai domiciliari perché secondo il giudice per le indagini preliminari di Brescia sussiste il pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove, lo scorso giugno aveva rilasciato un'intervista al "Corriere della sera" ricordando proprio il periodo di massima criticità vissuto la scorsa primavera e dicendo tra le altre cose come anche dopo mesi continuasse a sentire il fischio dell'ossigeno dei pazienti intubati in terapia intensiva.

I farmaci che il medico avrebbe somministrato ai due pazienti sarebbero proprio medicinali propedeutici all'intubazione, ma che, se utilizzati al di fuori di specifiche procedure e dosaggi, possono determinare la morte del paziente. Le indagini del Nas sono partite circa due mesi dopo i decessi, e sono state avvalorate da alcuni accertamenti autoptici condotti sulle salme di tre pazienti le cui condizioni cliniche erano peggiorate in maniera repentina, fino al decesso. L'indagine era partita dall'ipotesi che il decesso dei pazienti fosse stato causato consapevolmente dal medico: una pesante accusa da cui il sanitario adesso dovrà difendersi.

La nota dell'Asst Spedali Civili

Nell’apprendere, questa mattina, del provvedimento nei confronti del Dr. Carlo Angelo Mosca, Responsabile del Pronto Soccorso di Montichiari, La Direzione lo ha oggi stesso sospeso dal servizio, incaricando quale Responsabile il Dr. Ciro Paolillo, Direttore del Pronto Soccorso di Brescia, Medico di comprovata esperienza clinica ed organizzativa, per il tempo che si renderà necessario a garantire la continuità del Servizio.

Il Dr. Paolillo sarà supportato, nel coordinamento dei Pronto Soccorso aziendali, dal Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione e Emergenza e Urgenza, Dr. Gabriele Tomasoni. L’ASST Spedali Civili collabora con la Procura, che sta conducendo le indagini, nell’auspicio che rapidamente vengano chiariti i fatti. I professionisti del Presidio di Montichiari, ai quali la Direzione esprime la propria vicinanza, continuano a garantire cure di qualità, lavorando con l’impegno e la passione che li contraddistinguono, per affrontare la pandemia in atto e garantire le cure necessarie a tutti i cittadini.

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