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“Mattarella non è il mio presidente, non lo riconosco”: la frase del carabiniere diventa un caso

Polemiche per la frase di un carabiniere a un’anziana che gli chiedeva “Mattarella cosa dice?”. Il militare ha risposto: “Non è il mio presidente, non lo riconosco”. L’Arma lo ha trasferito e ha informato l’autorità giudiziaria ordinaria e militare.
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Sabato pomeriggio, alla manifestazione non autorizzata pro Palestina, Franca Caffa, una donna di 93 anni che ha deciso di partecipare al corteo durante il Giorno della memoria, ha incalzato uno dei carabinieri che, schierati in assetto antisommossa, tentavano di evitare che la folla di circa mille persone avanzasse da via Padova, dove si era radunata. La donna chiedeva al militare "Il presidente Mattarella, cos’ha detto?". Il riferimento è al discorso tenuto dal Capo dello Stato il 27 gennaio, durante il quale ha detto: "Mai più uno Stato razzista".

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A questa domanda, ripresa dalle telecamere di Local Team, il carabiniere ha risposto: "Con tutto il rispetto, signora, non è il mio presidente". La donna, incredula, lo guarda con fare sbigottito e gli chiede: "No? E lei di che Paese è?". Il militare a quel punto risponde: "Io non l'ho votato, non l'ho scelto io, non lo riconosco". La donna resta interdetta per qualche secondo di fronte a quella risposta di un tutore della legge e poi, sempre con fare pacato, ricordo (o, forse, sarebbe meglio dire spiega) al suo interlocutore che "non funziona così".

L'Italia, infatti, forse è il caso di ribadirlo, è una repubblica parlamentare, in cui il presidente della Repubblica viene votato da deputati, senatori e delegati delle regioni in seduta riunita. E qualsiasi cittadino dovrebbe saperlo, a maggior ragione un carabiniere che, secondo quanto ricostruito finora, dovrebbe appartenere al Terzo Regimento Lombardia. Quella frase, che appare come un'offesa al Capo dello Stato, sta infatti scatenando non poche polemiche e tutti aspettano una presa di posizione da parte dell'Arma.

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Intanto c'è già chi ricorda che, secondo il Codice Penale Militare di Pace, "Il militare che offende l'onore o il prestigio del Presidente della Repubblica, o di chi ne fa le veci, è punito con la reclusione militare da cinque a quindici anni". E infatti il comando generale dell'Arma fa sapere che "è stata già informata l’Autorità Giudiziaria Ordinaria e quella Militare, e nei confronti del militare, con immediatezza, saranno tempestivamente adottati tutti i provvedimenti necessari, sia di natura disciplinare sia d’impiego, trasferendolo in incarico non operativo".

Dell'episodio è quindi stato informato direttamente il procuratore di Milano, Marcello Viola, ed sarà inviata in Procura un'informativa dei carabinieri. I magistrati milanesi analizzeranno il video, poi sarà iscritto il fascicolo a carico del militare. Si può ipotizzare al momento il reato di "offesa all'onore o al prestigio del presidente della Repubblica", ma i pm dovranno fare le loro valutazioni.

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