Bimba di 15 mesi salvata da un intervento di cardiochirugia: Matilde torna a casa con un cuore sano

Un intervento straordinario, raro e complesso: è questo quanto eseguito dai medici dell'Irccs Policlinico San Donato a Milano su una bimba di quindici mesi. La piccola Matilde è stata operata a febbraio ed è rientrata in questi giorni a casa. Attraverso questo intervento, le è stata salvata la vita. La bimba era nata con una trasposizione congenitamente corretta delle grandi arterie, un difetto del setto interventricolare e un'anomalia di Ebstein a carico della valvola tricuspide.
Come riportato in una nota stampa del Policlinico, la bimba – a soli venti giorni di vita – è stata sottoposta a un intervento di bendaggio dell'arteria polmonare. In questo modo, è stato possibile proteggerle i polmoni. Successivamente, dopo due mesi, è stata operata nuovamente per una ulteriore riduzione. Si tratta, come spiegato dal chirurgo Alessandro Varrica, di una "procedura preparatoria all'intervento".
Una volta raggiunto il peso idoneo, quindi a 15 mesi di vita, è stata sottoposta al terzo intervento: si tratta di un doppio switch modificato, tra i pochi interventi eseguiti al mondo. Sono infatti stati fatti uno switch atriale e arterioso e, contemporaneamente, un Hemi-Mustard e Glenn con chiusura del difetto interventricolare.
L'intervento
L'intervento ha permesso di connettere l'arteria polmonare con il ventricolo destro e l’aorta con il ventricolo sinistro. Così facendo è stata ripristinata la connessione tra circolazione sistemica e polmonare ed è stato chiuso il buco nella parete che separa le due camere inferiori del cuore. Una volta concluso l'intervento, la piccola è rimasta ricoverata solo quindici giorni: cinque in terapia intensiva e dieci in reparto. Adesso è tornata a casa.
Questo intervento è stato il primo al mondo di così alta complessità ed è stato eseguito con un nuovo sistema di perfusione avanzata di ultima generazione che l'ospedale aveva da poco testato in ambito pediatrico.
“Avevamo 2 opzioni: la correzione anatomica, ad altissima complessità, completamente risolutiva del quadro patologico della bimba, o la correzione fisiologica, un intervento meno rischioso che non avrebbe risolto completamente il problema anatomico, quindi con la prospettiva per la bimba di dover subire, dopo qualche anno, altri interventi chirurgici mai definitivi", ha spiegato il dottor Mauro Cotza, responsabile del Servizio di Perfusione e dell’Unità Ecmo.