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Massimo Galli condannato a un anno e quattro mesi per falso nel processo sui concorsi pilotati

L’infettivologo è stato condannato a un anno e quattro mesi per falso, con pena sospesa e non menzione, nel processo che riguardano concorsi pilotati nell’assegnazione dei posti in Università.
A cura di Giorgia Venturini
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C'è la sentenza del Tribunale di Milano per Massimo Galli. L'infettivologo è stato condannato a un anno e quattro mesi per falso, con pena sospesa e non menzione. Lo ha deciso la decima sezione penale del Tribunale, che ha invece assolto Agostino Riva, ai tempi suo stretto collaboratore. Tutto era iniziato con una inchiesta della Procura su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina dell'Università Statale di Milano. Dall'accusa di turbativa d'asta Galli invece è stato assolto.

Secondo l'accusa l'infettivologo, che fu in prima linea durante le fasi più drammatiche della pandemia di Covid ed ex primario dell'ospedale Sacco e che ora si trova in pensione, avrebbe vantaggiato durante uno dei concorso il suo suo collaboratore Agostino Riva (assolto per non aver commesso il fatto) e svantaggiando il primario del Niguarda, Massimo Puoti. L'accusa però di turbativa d'asta e abuso d'ufficio sui concorsi si è conclusa con l'assoluzione perché il fatto non sussiste.

La condanna a un anno e quattro mesi riguarda invece una singola "falsità", come ha ribadito in aula il collegio: tutto si concentrerebbe su un verbale del 14 febbraio 2020. "Ho dimenticato di correggere una data", ha detto Galli in Tribunale subito dopo che era stata letta la sentenza. Poi il professore ha aggiunto di essere "assolutamente sereno". Precisando però che "se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso".

E ancora: "Il 14 febbraio 2020 stavo licenziando un lavoro che è stato accettato 4 giorni dopo a una rivista internazionale con la prima datazione sulle sequenze del virus e la penetrazione umana del coronavirus". Galli poi punta il dito contro altri: "Sono finito in questa storia per un'intercettazione di due persone a me ostili in cui mi si attribuiva l'intenzione di falsare concorsi". Il medico, insieme al suo legale, è ora pronto a presentare ricorso in Appello.

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