Massimo Galli condannato a un anno e 4 mesi per falso: “Lo Stato mi ringrazia così dopo 42 anni di servizio”

I giudici della decima sezione penale di Milano hanno condannato a 1 anno e 4 mesi per falso l’infettivologo Massimo Galli mentre lo hanno assolto dall’accusa di turbativa d’asta: “Mi sono dimenticato di correggere una data”.
A cura di Giorgia Venturini
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L'infettivologo Massimo Galli è stato condannato a un anno e quattro mesi per falso ideologico mentre è stato assolto invece per la turbativa d'asta perché il fatto non sussiste: l'accusa per cui era finito a processo era di un presunto condizionamento di un concorso universitario per favorire l'assegnazione di un posto da professore associato al suo ex collaboratore Agostino Riva. Anche quest'ultimo è finito davanti al giudice che lo ha poi assolto dalle accuse. Il professore Galli è pronto a fare ricorso in secondo grado di giudizio ma oggi martedì 16 luglio commenta così la sentenza di primo grado con dispiacere: "Questo è il ‘ringraziamento' dello stato per i miei 42 anni di servizio".

Le parole di Massimo Galli dopo la sentenza di primo grado

Quando è uscito dall'aula di Tribunale l'infettivologo, nonché ex direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, si è sfogato così: "È una sentenza. Il mio punto di vista è diversa, porterò avanti le mie convinzioni anche in Appello. Credo sia importante che siano cadute le imputazioni di turbativa d'asta o abuso d'ufficio. Per la questione del falso, ho dimenticato di correggere una data". E spiega: "Tenete conto che l'università mi ha dato un'ora per la chiusura della sessione. E tenete conto che l'università mi ha chiesto il giorno dopo di operare delle correzioni senza chiedermi di fare correzioni e senza che sia stato ritenuto importante riaprire i termini della seduta telematica. La gente non sa che cosa sia una seduta telematica: ci si scambiano delle email, all'epoca di quel concorso, e massimo si fanno delle telefonate, nulla di più".

Il professore non ci sta alla condanna per falso: "Per chiudere questa questione bisognava avere una condanna per qualcosa, restava solo da valutare una condanna per falso. E questo è quello che è stato fatto. Per quanto mi riguarda sono assolutamente sereno: me ne hanno dette di ogni, mi sono sentito dire che ero un fautore di questo sistema di cooptazione dell'università. Mi ricordo un vecchio detto che parlando dei sistemi di cooptazione dice che i cavalli cooptano i muli perché vanno più lenti di loro e i muli cooptano gli asini. Io credo di essere un asino perché mi sono sempre impegnato ad avere per quanto possibile collaboratori che fossero cavalli di razza. E credo che in questo caso specifico la cosa sia stata confermata".

L'origine dell'inchiesta contro Massimo Galli

Massimo Galli spiega anche come sia iniziato tutto: "Sono finito in questa storia per una intercettazione fatta da due persone a me completamente ostili nel settembre del 2019: mi veniva attribuita l'intenzione di procedere irregolarmente con un concorso che è stato poi fatto nel febbraio del 2020. Ho sbagliato a non correggere una data, è stata una svista. Il 14 febbraio del 2020 era una giornata in cui avevo molto da fare, non riesco a rimproverarmi più di tanto. So di aver passato tre pessimi anni. Questo è stato l'unico ringraziamento da parte dello Stato come unico ringraziamento dopo 42 anni di servizio. Ma non voglio fare la vittima". Infine precisa: "Si tratta della prima volta in vita mia, non fa piacere. Nella vita ho fatto tutt'altro che far cose che mi avrebbero fatto finire sotto processo".

Ha collaborato Simone Giancristofaro

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