Massimiliano Cianci salva una ragazza da una violenza sessuale: “Milano non è più sicura”
"Milano non è più una città sicura". Ne è sicuro Massimiliano Cianci, grafico 30enne e milanese d'adozione da ben dieci anni, che in questo momento si trova in ospedale con una frattura scomposta al braccio. È il brutto ricordo di sabato sera, quando con una ragazza danese conosciuta in una celebre discoteca vicino al Parco Sempione ha deciso di fare una passeggiata nei giardini. "L'ho salvata da uno stupro. E io sono stato aggredito", racconta a Corriere della Sera.
Il racconto del 30enne
L'assalto avviene in piena notte, dopo la serata trascorsa a ballare e a divertirsi. I due, la turista 28enne e il 30enne, stanno camminando insieme su viale Alemagna, quando il ragazzo si allontana pochi istanti per andare in bagno. È in quel momento che un gruppo di ragazzini circonda la coppia. Hanno delle bottiglie di vetro in mano, gridano. Si scagliano sulla giovane, tentando di strapparle la borsetta e palpeggiandola con violenza.
"Non sono andato nel panico, certo ero molto agitato ma sono pur sempre alto 1 metro e 93 e peso 90 chili", la sua testimonianza a Corsera. "I tizi più vicini a me si sono allontanati, il primo pensiero è stato liberare la ragazza dagli aggressori. E ancora. "Sono riuscito a riprenderla, non aveva la forza di scappare e mi è rimasta vicino mentre li affrontavo. Quello con la bottiglia ha provato a colpirmi in testa, mancato, quindi gliel’ho strappata ma subito dopo sono scivolato con tutto il peso sul braccio sinistro. Spezzato."
Ma il giovane non resta a terra. "Mi sono rialzato, sempre impugnando la bottiglia, fino a guadagnare l’uscita insieme alla ragazza danese. Mi sentivo svenire. Non ci hanno più seguito. Intanto una comitiva s’è accorta di noi e ha chiamato i soccorsi".
"Milano non è più una città sicura"
In ospedale, il referto: frattura scomposta al radio. Che significa dolore e fitte al braccio, farmaci, medicazioni e continue visite. Mercoledì l'operazione, a cui seguirà una lunga riabilitazione. "Al Fatebenefratelli ero assalito dai dolori, avambraccio, gomito, spalla, clavicola. La ragazza è stata con me all’ospedale ad asciugarmi le lacrime, è partita il giorno dopo per Copenaghen. Dice che non scorderà mai più il mio volto".
E anche Massimiliano, del resto, non scorderà più quella storia. "Milano non è più una città sicura, basta dire che è solo percezione. Oltre ad aver fatto denuncia alle forze dell’ordine, ho raccontato l’episodio sui social: mi hanno scritto tante donne, non solo per ringraziarmi, anzi soprattutto per dirmi che anche loro, camminando, sono state avvicinate e molestate da sconosciuti. Sembra la normalità, non più una notizia".
"Ricordo alcune facce di quella gang, se tornassi al Sempione potrebbero essere ancora lì, e magari la prossima volta non troveranno ostacoli". E conclude: "Fosse stata sola, cosa le sarebbe successo? L’ennesima violenza sessuale".