Massimiliano Alessandro Pozzi, chi era l’avvocato che si è suicidato nel Tribunale di Milano
Si chiamava Massimiliano Alessandro Pozzi, l'uomo che si è suicidato stamattina lanciandosi dal settimo piano del palazzo di giustizia milanese. Il corpo è stato trovato da alcuni dipendenti nel cortile interno del tribunale, lato via Manara.
Nato a Milano nel 1973, era un avvocato sospeso dal 2014 a tempo indeterminato dall'Ordine del foro di Milano per mancato pagamento delle quote associative e per aver continuato a esercitare la professione nonostante la sospensione. Per questo motivo, nel mese di settembre 2017, era stato condannato dal Tribunale di Vercelli.
In tasca però aveva ancora il tesserino da avvocato, e un biglietto di addio. Nel testo di quest'ultimo, la chiave per risolvere il mistero: a spingere il 49enne al suicidio sono stati i problemi economici, (gli stessi che otto anni fa gli hanno impedito di pagare le tasse richieste dall'Ordine degli avvocati), la ludopatia che lo affliggeva da tempo e la difficile separazione dalla moglie.
Intanto, pare che l'uomo soffrisse da tempo di crisi depressive e che avesse già tentato il suicidio. Tuttavia non risultava in terapia da nessuno. Le indagini, coordinate dal pm di turno Cristiana Roveda, hanno finora escluso che avesse delle udienze in previsione nella giornata di oggi. Si sta cercando di capire se fosse indagato, o se avesse dei precedenti a suo carico. Insomma, di dare una riposta a un ultimo quesito: cosa ci faceva stamattina Massimiliano Alessandro Pozzi dentro il Tribunale di Milano?