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Massacrati con mazze da baseball a Mantova: un arresto per omicidio

I carabinieri hanno arrestato uno dei presunti autori dell’aggressione avvenuta il 2 luglio a Mantova, dove ha perso la vita un 23enne albanese. Si tratta di un 35enne residente nel Mantovano. L’accusa è di concorso in omicidio volontario e tentato omicidio. Nel pestaggio è rimasto ferito anche Pierfrancesco Ferrari, ancora ricoverato in ospedale in gravi condizioni.
A cura di Simona Buscaglia
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Immagine di repertorio
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I carabinieri di Mantova hanno arrestato uno dei presunti autori del violento pestaggio in cui ha perso la vita il 23enne albanese Atilijo Ndrecaj. Nell'aggressione, avvenuta con delle mazze da baseball il 2 luglio nel piazzale di un centro commerciale a Mantova, era rimasto ferito anche Pierfrancesco Ferrari, ancora ricoverato in gravi condizioni in ospedale. A finire in manette è stato un 35enne, cittadino marocchino e residente a Suzzara, nel Mantovano, regolare sul territorio. Il fermo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Mantova che ha anche disposto, su richiesta della Procura, la custodia cautelare in carcere. L'accusa è di concorso in omicidio volontario e tentato omicidio.

Il 35enne stava cercando di scappare

L’uomo è stato intercettato l’8 luglio mentre stava prendendo un treno a Varese per far perdere le sue tracce. I carabinieri riferiscono di un altro complice, al momento ancora ricercato. C'è ancora riserbo sulle motivazioni alla base della lite che ha fatto scaturire la violenta aggressione. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Mantova e delegate al nucleo investigativo dell’arma hanno permesso di raccogliere molteplici riscontri in merito alla ricostruzione della dinamica. Le investigazioni hanno visto coinvolti anche i Ris dei carabinieri di Parma che hanno analizzato i numerosi reperti rinvenuti sulla scena del crimine.

In seguito all'aggressione i militari avevano ascoltato i famigliari del ragazzo ucciso, per cercare di capire se avesse avuto conti in sospeso con qualcuno. Tra le ipotesi anche quella che l'aggressione fosse un agguato, messo in atto forse per un regolamento di conti. Sul luogo dell'aggressione dove erano stati posati dei fiori, era stato anche rinvenuto un messaggio che recitava "il sangue si lava col sangue".

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