Mario Bozzoli ucciso nella fonderia di famiglia, condannato definitivamente all’ergastolo il nipote Giacomo
È il giorno del verdetto finale per Giacomo Bozzoli, 40enne accusato dell'omicidio dello zio Mario, l'imprenditore di Marcheno (Brescia), svanito nel nulla nell'ottobre 2015 all'interno della fonderia che gestiva con il fratello e con i nipoti. Per lui oggi, dopo nove anni di libertà, arriva la conferma in Cassazione della condanna all'ergastolo emessa nelle due precedenti sentenze.
Secondo l'accusa, lo zio di Giacomo Bozzoli sarebbe stato ucciso nove anni fa all'interno della fonderia: il corpo in seguito sarebbe stato distrutto, anche grazie alla collaborazione di alcuni operai dell'azienda di famiglia, probabilmente dopo essere stato gettato nel grande forno della fonderia. "Le piste alternative sono accreditabili solo nel campo della magia", ha sostenuto la Procura generale. "Odiava lo zio e voleva ucciderlo, pianificava la sua morte da anni nei minimi dettagli", era emerso durante i precedenti gradi di giudizio. "Lo zio, per il nipote, era colpevole sia di lucrare dalla società dei proventi sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali".
Per i giudici, le prove contro Giacomo Bozzoli sarebbero schiaccianti. In primis le telecamere di sorveglianza all’interno della fonderia, che sarebbero state spostate ad hoc prima del delitto in modo da non immortalarlo. E ancora l'inspiegabile rientro in azienda del 39enne, la sera dell'omicidio 8 ottobre 2015, per finire il lavoro di occultamento del cadavere e cancellarne le tracce.