Maria aggredita a 21 anni mentre torna dal lavoro: “Scappare da Milano sarebbe una sconfitta personale”
Maria Federico, 21 anni, originaria di Pompei, si è trasferita a Milano da tre anni. Studi al Politecnico e, per far fronte alle troppe spese che deve sostenere per vivere nel capoluogo lombardo, lavora anche come cameriera in un locale di Porta Venezia, una delle principale zone della movida. Sabato scorso, 29 luglio, stava tornando a casa dopo aver finito il suo turno ed è stata aggredita da un uomo che voleva derubarla. Maria ha deciso di denunciare sui social l'accaduto, per poi dire: "Voglio continuare a vedere il buono nelle persone, senza scappare da Milano: sarebbe una sconfitta personale".
Maria aggredita a 21 anni mentre torna dal lavoro
Maria racconta nel dettaglio la sua aggressione in un'intervista al Corriere della sera: "La notte tra venerdì e sabato, dopo il turno, ho preso l’autobus in Repubblica: era pieno, nessun posto a sedere, insomma quando c’è gente mi sento più sicura. Ero stanca, forse il mio aggressore era a bordo e ha deciso di seguirmi. Alle 3.30 sono scesa a Dergano, insieme ad altre 6-7 persone. Prendo la via di casa, camminando sul marciapiede mentre mando messaggi con il telefono".
Poi inizia a sentire dei passi dietro di sé, che mano mano si fanno sempre più incalzanti. "Non mi rigiro, manca poco al cancello di casa. – racconta – Penso che vivo in questa zona da tre anni e che e non mi è mai successo niente. Però inizio a stringere la borsa al petto". A quel punto, però, l'uomo che la seguiva decide di passare ai fatti e tenta di strattonarle la borsa, ma lei non vuole consegnargliela: ha dentro i soldi, i documenti e soprattutto le chiavi per rientrare in casa, dove vive da sola.
Inizia una colluttazione che dura circa 5 minuti, fino a quanto il gestore di un'enoteca della zona non sente le sue urla e decide di intervenire con l'asta per aprire le tende da sole in mano. E poi una giovane coppia che stava passando di lì si ferma a soccorrerla, chiama l'ambulanza e la polizia.
"Scappare da Milano sarebbe una sconfitta personale"
Ricoverata all'ospedale Niguarda, Maria ha 30 giorni di prognosi per le varie ferite riportate in seguito ai calci e ai pugni che quell'uomo le ha inferto. È provata, ma vuole "continuare a vedere il buono nelle persone, senza scappare da Milano: sarebbe una sconfitta personale", dice. "Devo reagire, – continua – anche se adesso ho gli incubi e mi sembra di rivivere quei momenti. Magari mi farò aiutare da uno psicologo. Non voglio avere paura".