Marco, morto in un incidente a 7 anni: “Colpa dell’incuria degli adulti, chiediamo giustizia”
Tra ritardi e rinvii non è ancora partito il processo per l'incidente in cui morì il piccolo Marco, il bambino di 7 anni che perse la vita il 15 agosto del 2018 sulla strada tra Menfi e Sciacca in Sicilia. A chiedere giustizia per quel tragico evento sono i suoi genitori: Gualtiero Castelli e Antonella Lombardo. Entrambi residenti a Turate, piccolo comune in provincia di Como, Gualtiero e Antonella pretendono un processo giusto e soprattutto in tempi ragionevoli.
Le dinamiche dell'incidente
Nel luglio 2018, Antonella e Marco sono in vacanza a Partanna, in provincia di Trapani, dalla famiglia di lei. Il 14 agosto Gualtiero raggiunge la sua famiglia per trascorrere insieme la settimana di ferragosto. Il 15 agosto, decidono di andare in provincia di Menfi e dopo una giornata al mare, intorno alle 18, si mettono in viaggio per ritornare a casa: "Mio figlio Marco – racconta a Fanpage.it Gualtiero – era seduto sul seggiolino posteriore e diligentemente come sempre aveva cintura allacciata". Durante il viaggio qualcosa però va storto: "Alla mia sinistra è sbucata una Ford Mondeo che non ha rispettato lo stop ed ha colpito la Nissan Qhasqai su cui viaggiavamo. L’impatto è stato tale che la nostra auto si è sollevata ed è andata a sbattere contro un parapetto a protezione della strada, parapetto non a norma e pericoloso. Nell’urto un tubo ha perforato la portiera posteriore colpendo a morte mio figlio Marco".
I ritardi sulle perizie e il rinvio dei processi
Dopo l'incidente sono partite le indagini. Sono state fatte diverse perizie – quella finale è stata depositata solo a settembre 2019 – e individuati come possibili responsabili sette persone: il guidatore, tre funzionari del Comune (per la segnaletica stradale) e due della Provincia proprietaria della strada. Di questo però la Procura ha chiesto l'archiviazione per quattro persone, due del Comune e due della provincia. Archiviazione che scagionerebbe quindi totalmente l'Ente provinciale. Alla notizia, i legali della famiglia Castelli hanno fatto ricorso. Udienza però rinviata a marzo – insieme a quella preliminare – a causa dell'epidemia da Coronavirus e alla trascrizione errata di un fascicolo. I ritardi e i rinvii spaventano la famiglia che teme per la prescrizione: "Chiediamo al giudice di non archiviare la posizione della provincia e di attribuire le giuste responsabilità ai colpevoli della morte di Marco ristabilendo quel minimo di giustizia che gli è dovuto. Marco si è affidato alla cura degli adulti e per colpa dell’incuria e della leggerezza di alcuni oltre che per il loro non rispetto delle regole è morto ingiustamente". Un'incuria e leggerezza che i genitori di Marco denunciano ancora oggi: "La strada è rimasta nelle stesse condizioni per più di un anno. Sono stati fatti alcuni lavori, ma non è stata mai ripristinata del tutto".