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Marco Manfrinati ha colpito il padre della ex moglie a Varese con 20 coltellate: l’esito dell’autopsia

Fabio Limido è morto lo scorso lunedì 6 maggio a Varese per aver difeso la figlia dalla furia dell’ex marito Marco Manfrinati. L’uomo, ex avvocato, era già stato denunciato dalla donna per stalking: contro di lui era stato emesso un divieto di avvicinamento.
A cura di Francesca Del Boca
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Una brutale aggressione, con la precisa volontà di uccidere. È quanto emerge dall'autopsia effettuata sul corpo di Fabio Limido, il geologo 71enne morto lo scorso lunedì 6 maggio a Varese per aver difeso la figlia dalla furia dell'ex marito Marco Manfrinati: sul corpo della vittima sono stati trovati i segni di ben venti coltellate. Mentre l'ex moglie, 37 anni, si trova adesso ricoverata all'ospedale Circolo di Varese con profonde lesioni al volto.

L'aggressore, ex avvocato di 41 anni, era già stato denunciato dalla madre del figlio per le continue persecuzioni subite negli ultimi due anni, a seguito della separazione della coppia: contro di lui era stato emesso un divieto di avvicinamento alla donna e alla famiglia di lei, nonostante il pm ne avesse chiesto l'arresto in passato nell'ambito di un processo per stalking.

"Giustizia è fatta. Ora sto bene", erano state le sue dichiarazioni al gip, dopo l'arresto da parte degli agenti di polizia."Io chiedevo solo di fare il padre, altrimenti questo non sarebbe successo. Vorrei chiedere scusa a lei, e poter vedere mio figlio", aveva dichiarato il 40enne agli inquirenti.

E ancora. "Non volevo uccidere, l'ho colpita più volte quando è caduta a terra ma poi mi sono fermato, e stavo pensando di andare a costituirmi in Questura", ha raccontato l'ex avvocato al gip Alessandro Chionna. Sarebbe stato l'arrivo dell'ex suocero a spingerlo a scendere dalla macchina e a ritornare indietro: è in questo momento che avrebbe sferrato una coltellata letale al fianco del 71enne, per poi colpirlo ancora mentre è crollato in un cespuglio, ferito ormai a morte e disarmato.

"Uno psichiatra aveva detto che non era pericoloso, che era ben inserito nella società. Una settimana dopo ha minacciato di morte mia figlia con un martello in mano", lo sfogo della moglie della vittima, l'avvocata civilista Marta Criscuolo. "Ha tagliato otto volte le gomme a mia figlia e mia madre, ha spaccato il vetro della macchina e il nostro cancello di casa, a volte anche alla presenza dei genitori".

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