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Marco Manfrinati a processo per il tentato omicidio dell’ex moglie e l’omicidio del papà che aveva provato a difenderla

Si terrà il 9 maggio 2025 la prima udienza del processo a carico di Marco Manfrinati, che lo scorso 6 maggio ha accoltellato con 18 fendenti al volto e alla gola l’ex moglie Lavinia Limido, uccidendo il padre di lei che tentava di difenderla. Respinta la richiesta di perizia psichiatrica.
A cura di Francesca Del Boca
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Marco Manfrinati
Marco Manfrinati

Si terrà il 9 maggio 2025 la prima udienza del processo a carico di Marco Manfrinati, che lo scorso 6 maggio ha accoltellato con 18 fendenti al volto e alla gola l'ex moglie Lavinia Limido, uccidendo il padre di lei che tentava di difenderla. Il 40 anni, ex avvocato in carcere per l'omicidio di Fabio Limido, 71 anni, e il tentato omicidio della figlia 36enne, non poteva nemmeno avvicinarsi alla famiglia Limido perché colpito da un divieto di avvicinamento emesso dal giudice di Varese, dove risultava già denunciato per atti persecutori.

Lavinia Limido con il padre Fabio
Lavinia Limido con il padre Fabio

Respinta la perizia psichiatrica

Il giudice per l’udienza preliminare di Varese Marcello Buffa, nel frattempo, ha respinto la richiesta di perizia psichiatrica su Marco Manfrinati, accusato di omicidio volontario e tentato omicidio premeditato. La richiesta era stata presentata alla precedente udienza dal legale dell’imputato Fabrizio Busignani, che aveva presentato a sostegno di questa richiesta una consulenza tecnica da parte di uno psichiatra che dimostrerebbe come l’uomo fosse in realtà "affetto da gravi problemi psichici" documentati da luglio 2022, quando gli venne sottratto il figlio".

"Un fatto doloroso, triste e soprattutto molto grave", aveva commentato a Fanpage.it Lavinia Limido. "L'unico atteggiamento che avrebbe dovuto avere l'assassino di mio padre sarebbe stato presentarsi con il capo cosparso di cenere. Anche così non sarebbe stato certo scusato o scagionato, ma almeno si sarebbe dimostrato umano. Cosa che lui non è".

Le accuse per Marco Manfrinati

Per l’omicidio di Fabio Limido la Procura di Varese contesta a Marco Manfrinati, ora in carcere, le aggravanti della crudeltà, del legame di parentela, della minorata difesa in ragione dell’età della vittima (71 anni), e ancora di avere commesso il fatto nei confronti di una persona contro la quale Manfrinati è imputato per “atti persecutori” in un processo parallelo in corso. Nei confronti dell’ex moglie vengono invece contestate le aggravanti dello stalking e dell’arma impiegata, oltre a crudeltà, parentela, minorata difesa e premeditazione.

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