Marco Cappato candidato a Monza per il seggio di Berlusconi: “La sua rivoluzione liberale è stata tradita”
Marco Cappato ha annunciato la sua candidatura per le elezioni suppletive nel collegio uninominale di Monza e Brianza. Da indipendente, spera nell'appoggio di tutti i partiti di opposizione per sfidare un candidato importante come Adriano Galliani. Intervistato da Fanpage.it dice: "Quale elezioni possono essere l'occasione per fare un bilancio sull'eredità politica di Berlusconi e non semplicemente il trasferimento, come fosse un pacco, del seggio".
Perché ha deciso di candidarsi?
Di questi tempi le battaglie che porta avanti per la vita delle persone, per la vita del pianeta e della democrazia sono un po' a rischio. Si è presentata questa occasione di un'elezione in un collegio uninominale, quindi senza l'influenza dei partiti tipica del proporzionale e che incentiva il confronto tra le persone, ho pensato di coglierla. Inoltre è il collegio di Monza e Brianza, dove sono cresciuto, e quindi ho pensato che fosse utile provare a portare quelle nostre battaglie anche dentro il Parlamento.
La mia candidatura è a disposizione di tutte le persone che la ritengano utile per portare avanti le loro speranze e i loro obiettivi. Naturalmente anche per le organizzazioni e quindi per i partiti. Tanti nelle diverse opposizioni, perché ci sono tante opposizioni alla Destra nel nostro Paese, hanno già iniziato a sostenermi. Spero che arrivino anche gli altri. Penso che in un collegio dove aveva stravinto la coalizione di Destra si possa sperare di vincere soltanto se si riesce ad andare oltre il perimetro dei partiti e parlare direttamente degli obiettivi e del territorio.
La Brianza è una terra dove il consumo di suolo è devastante, dove le piccole e medie imprese avrebbero sperato nella rivoluzione liberale che Berlusconi aveva promesso. Poi, però, ci troviamo una Destra che è tutt'altro che liberale. Finite le celebrazioni per la sua morte, credo quindi che queste elezioni nel collegio di Monza e Brianza possono anche essere l'occasione per fare un bilancio sull'eredità politica di Berlusconi e non semplicemente il trasferimento, come fosse un pacco, da Berlusconi a Galliani. Guardiamo dentro questo pacco e scopriamo una rivoluzione liberale tradita e una Destra illiberale che in Italia e in Europa diventa pericolosa.
A proposito di eredità di Silvio Berlusconi. Come valuti l'operato del governo Meloni?
A parte una certa abilità nel rispettare i vincoli internazionali ed europei, purtroppo prevale la logica delle chiusure. Non mi sembra che quell'attenzione alle libertà che era stata promessa sia poi stata mantenuta. Si è partiti male già con la questione dei rave, ovviamente si va a puntare il mirino sui settori un po' più fragili e deboli della società. Io penso non ci voglia una società sempre più chiusa, dove anche in Europa si si alzano i muri dei nazionalismi.
Serve invece una società aperta, dove si ha il coraggio di aprirsi sempre di più e di prestare attenzione alla grande urgenze del nostro tempo, quella dei cambiamenti climatici. Non si può continuare a negare la realtà.
Ora è cambiata anche la leader del principale partito di opposizione. Come pensa stia facendo opposizione Elly Schlein?
Credo che sia urgente per le opposizioni trovare terreni comuni di azione, altrimenti si è troppo deboli. Sul salario minimo, e quindi su un tema concreto, forse ci si sta riuscendo. Secondo me sarebbe urgente riuscirci anche su altri temi. Per esempio, sul clima, oltre a manifestare l'urgenza di intervento, sarebbe necessario convergere su una proposta sociale, ecologica e liberale: quella di spostare le tasse dal lavoro e dai redditi più bassi alle emissioni, all'inquinamento e al consumo di risorse ambientali.
Ecco, io penso che dopo avere riaffermato un'identità di opposizione, ora sia necessario per il Pd, per l'opposizione, per tutti e quindi anche per Elly Schlein andare a individuare obiettivi come la conversione ecologica del fisco per trovare azioni di unità non ideologiche: non ammucchiate per vincere, ma unioni per realizzare degli obiettivi.
L'altro leader dell'opposizione è Giuseppe Conte. In cosa secondo te si differenzia da Schlein?
I contenuti per i quali si differenziano rientrano nelle singole posizioni, ad esempio quella sulla guerra in Ucraina e anche una maggiore reazione rispetto alla restrizione voluta dal Governo del reddito di cittadinanza. Quello che a me interessa, però, e che penso potrebbe essere un terreno di convergenza è di riprendere la questione della partecipazione democratica.
Forse il Movimento 5 Stelle degli inizi l'aveva giocata, a mio avviso, troppo contro il Palazzo, addirittura contro il Parlamento. Invece la partecipazione democratica, i referendum, le leggi di iniziativa popolare sono un tema da riprendere. In tutta Europa si sperimentano le assemblee di cittadine e cittadini, estratti a sorte, per affrontare temi e proporre soluzioni, non ideologiche, a che fa politica.
Ecco quella partecipazione, che secondo me è in sintonia con le ragioni di ispirazione del Movimento 5 Stelle, possono tranquillamente essere non solo sostenute, ma un terreno comune di azione anche per liberali, socialisti e opposizioni diverse. Quindi anche qui cercherei di trovare un punto d'incontro.
Il tuo sfidante sarà Adriano Galliani. Su quali temi in particolare vorresti confrontarti con lui?
C'è veramente l'imbarazzo della scelta, perché di Galliani conosciamo una personalità sicuramente di livello e anche una capacità di azione nel mondo dello sport e del calcio. Sulla politica penso che ci sia da scoprire quali siano le sue volontà e le sue intenzioni e su queste confrontarsi.
Non penso che basti dire "continuiamo l'opera di Silvio Berlusconi". Quale opera? L'ho detto all'inizio: che fine ha fatto la rivoluzione liberale inizialmente proposta? La riforma della giustizia, vogliamo stare attenti e partire anche dalla condizione delle carceri nel nostro Paese? Oppure la giustizia ci allarma soltanto se tocca il potente, ma non il cittadino inerme?
Anche su questi temi credo che un confronto sarebbe utile, perché così progredisce la consapevolezza di quanto sia importante affrontare determinate questioni.
Come sarà la sua campagna elettorale?
Dalla parte di Galliani ci sono le grandi strutture, gli apparati di partito e anche di potere economico della Brianza. Io spero che dalla mia parte ci potranno essere una rete diffusa di volontari e le micro donazioni, ovvero cittadini che si mobilitano perché ritengono importante portare dei sogni e delle speranze nel Parlamento.