Marchiano un dipendente straniero con la macchina per tatuare i maiali: a processo due imprenditori
È accusato di aver tatuato su un suo dipendente il numero dell'azienda di famiglia con la macchina che viene utilizzata per marchiare i maiali. Per questo finirà a processo un imprenditore agricolo di 46 anni di Rudiano, in provincia di Brescia, accusato di percosse aggravate dai futili motivi. Davanti al giudice comparirà anche il padre, 73enne, con l'accusa di lesioni.
Il dipendente avrebbe subito violenze per mesi
I fatti si sarebbero svolti tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019, quando il dipendente, un 40enne di nazionalità indiana, si è rivolto ai Carabinieri per denunciare le angherie subite sul posto di lavoro. L'uomo ha raccontato ai militari di aver subito per mesi una serie di vessazioni da parte del titolare dell'azienda e dei suoi figli, che avrebbero voluto costringerlo a licenziarsi per lasciare il posto a un loro nipote.
Secondo quanto riportato da Bresciaoggi.it, nell'ultimo episodio di violenza subìto dal dipendente, il 73enne gli avrebbe urlato contro: "Io ti ammazzo e ti butto nel buco dei maiali sotto terra" e poi lo avrebbe colpito con un pugno facendolo sbattere contro una delle gabbie di ferro a terra.
Nella testimonianza resa agli inquirenti, il 40enne ha spiegato che più volte i figli del titolare avrebbero manomesso la spina della lampada utilizzata per scaldare i maiali appena nati così da fargli prendere la scossa a 220 volt. Il dipendente ha poi raccontato che in un'altra occasione avrebbero fatto lo stesso con un'idropulitrice, alimentata a 360 volt.
"Ha detto che mi avrebbe marchiato come un maiale"
Nel marzo 2019 sarebbe avvenuto il fatto più inquietante. L'imprenditore 46enne avrebbe tatuato il braccio del dipendente con la macchina per i maiali. "Mi ha detto che mi avrebbe marchiato come un maiale e lo ha fatto – ha raccontato l'uomo ai Carabinieri –. Quando sono andato a lamentarmi, il padre mi ha offerto 50 euro per non creare problemi al figlio".
Concluse le indagini, il processo che vede imputati padre e figlio si aprirà il 14 novembre davanti alla Terza sezione penale del Tribunale di Brescia.