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Mantova, in un surgelatore aveva due nutrie pronte da cucinare: denunciato il titolare di un bar

Il titolare di un bar a Marmirolo, in provincia di Mantova, è stato denunciato dopo che gli ispettori dei Nas hanno trovato in un surgelatore due carcasse di nutrie, pronte per essere cucinate. Sono stati sequestrati anche trenta chili di cibo, ormai contaminati. Il 42enne che gestiva il locale dovrà pagare una multa da 4500 euro.
A cura di Simona Buscaglia
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Immagine di repertorio
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In un surgelatore a pozzetto teneva due carcasse intere di nutria, pronte per essere cucinate, insieme ad altri cibi, che potevano essere serviti ai clienti. Per questo motivo, il titolare di un bar a Marmirolo, in provincia di Mantova, è stato denunciato per il reato di commercio di sostanze alimentari nocive.

Sequestrati oltre trenta chili di prodotti

I carabinieri dei Nas (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) di Cremona, nel corso di un’ispezione nel bar, hanno trovato anche diversi alimenti di cui non si conosceva la provenienza. Le nutrie, secondo le circolari interministeriali, non possono essere destinate al consumo umano. I Nas hanno sequestrato le carcasse in questione e altri trenta chili di prodotti, ormai infestati e contaminati.

Multa di 4.500 euro al titolare

Oltre alla denuncia, il titolare, un italiano di 42 anni, dovrà pagare anche una multa di 4.500 euro per il mancato rispetto delle procedure Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Points), ovvero il sistema di analisi dei pericoli e punti di controllo critico. È stato inoltre richiesto il provvedimento di sospensione dell’attività all’Ats Valpadana.

Altro sequestro di cibo in Lombardia

L'episodio si aggiunge a un altro sequestro di cibo avvenuto in Lombardia, questa volta a Cologno Monzese, nel Milanese. I gestori di un locale mentivano sul luogo di provenienza degli alimenti applicando l’etichetta "Origine Perù" anche se questi arrivavano da Paesi diversi. Conservavano poi gli alimenti in luoghi sporchi, tra vermi e insetti, senza rispettare né le norme di igiene né quelle anti-Covid-. La guarda di finanza di Como aveva quindi provveduto al sequestro di oltre nove tonnellate di prodotti ai danni dei commercianti di prodotti etnici.

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