Mantide di Parabiago, la famiglia del compagno ucciso Fabio Ravasio chiede due milioni di danni
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Torna in aula in Corte d’Assise a Busto Arsizio Adilma Pereira Carneiro, la "Mantide di Parabiago" accusata di aver architettato un piano per eliminare il compagno e padre dei suoi ultimi due figli Fabio Ravasio, commerciante investito lo scorso agosto da un'auto pirata poi rivelatasi manovrata dai complici della donna: sarebbero in tutto sette uomini, tra ex mariti, amanti, parenti e amici soggiogati da sesso, incantesimi di magia nera e promesse di ricche ricompense, ad aver aiutato la 49enne a portare a termine il proposito criminale. L’accusa, quindi, è di omicidio premeditato in concorso.
Nel frattempo gli avvocati di parte civile (genitori e cugino di Ravasio) hanno quantificato in 2.150.000 euro complessivi i danni causati dalla morte di Ravasio: un milione a testa per i genitori e 150 mila per il cugino. Proprio per questo hanno anche chiesto il sequestro cautelativo dei beni della principale imputata, su cui la Corte ancora non si è espressa. Sono state definite, inoltre, le richieste di perizia psichiatrica nei confronti di due degli otto imputati: se è stata concessa per Marcello Trifone, ultimo marito di Adilma che si trovava all'interno della macchina che ha intenzionalmente investito e ucciso Ravasio, è stata invece respinta per Igor Benedito, figlio della brasiliana alla guida dell'Opel Corsa.
Il movente, secondo l'accusa, sarebbe di natura economica. La donna, secondo quanto emerso, avrebbe avuto la precisa intenzione di mettere le mani sull'ingente patrimonio del compagno, tra conti in banca e immobili di proprietà, in quanto madre dei suoi figli. Uno schema che, per chi indaga, non sarebbe stato messo in atto per la prima volta. Anche il secondo marito conosciuto in carcere, Michele Della Malva, sarebbe infatti morto nel 2011 in circostanze strane, per quella che al tempo era sembrata una banale overdose da cocaina: il sospetto di chi indaga è che la donna, anche in quel caso ben lontana dalla scena del crimine, abbia assoldato il presunto amante del tempo Maurizio Massè (ora fermato dalla Procura di Busto Arsizio) per sbarazzarsi del consorte ed ereditare così tutti i suoi beni (tra cui una casa al mare a Vieste).