Manifestazione pro Palestina davanti alla sede Rai di Milano: “Gaza libera, stop al genocidio”

Circa 500 persone si sono presentate davanti alla sede Rai di Milano per protestare contro il comunicato dell’ad Roberto Sergio. I manifestanti hanno scandito slogan a sostegno di Gaza e di condanna verso Israele.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo striscione appeso dai manifestanti davanti alla sede Rai di Milano (foto di Fanpage.it)
Lo striscione appeso dai manifestanti davanti alla sede Rai di Milano (foto di Fanpage.it)

Al grido di "Palestina libera" è iniziato intorno alle 18 di oggi, 14 febbraio, in corso Sempione a Milano un presidio davanti alla sede Rai per protestare contro "la censura della tv pubblica sul genocidio a Gaza". Come riportato nel comunicato dal centro sociale Vittoria, "le proteste sotto le sedi televisive sono la risposta alle miserabili dichiarazioni dell'amministratore della Rai a favore di Israele e conseguentemente della strage di circa 30mila donne, uomini, bambine e bambini".

Sotto accusa, infatti, c'è il comunicato firmato da Roberto Sergio e letto da Mara Venier in diretta a Domenica In all'indomani della finale di Sanremo durante la quale Ghali al termine della sua esibizione ha detto: "Stop al genocidio". Il testo redatto dall'ad di Rai recitava: "Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta".

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Secondo gli attivisti pro Palestina, invece, la Rai "non è un'istituzione che può permettersi di parlare in questo modo, di fronte al desiderio genocida dello Stato di Israele di distruggere la popolazione palestinese". Durante il presidio, organizzato da I Giovani Palestinesi e da Cantiere Milano e che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, sono stati scanditi slogan come "Gaza libera" e "Israele fascista, Stato terrorista". Infine, non sono mancati i cartelli con scritto "stop genocidio" e "CensuRai" e i messaggi di stima nei confronti di Ghali.

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