“Mangiavo una piadina, poi ho ucciso Giulia”: le immagini di Alessandro Impagnatiello dopo l’omicidio
Alessandro Impagnatiello è in carcere con l'accusa di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano, l'ex agente immobiliare che era incinta di sette mesi. Nella giornata di ieri, venerdì 2 giugno, si è svolto l'interrogatorio di garanzia davanti alla giudice delle indagini preliminari Angela Minerva che ne ha confermato il fermo per il rischio di reiterazione del reato, ha riconosciuto l'aggravante dei futili motivi e del rapporto sentimentale, ma ha escluso quella della premeditazione.
L'interrogatorio di Alessandro Impagnatiello
Proprio durante l'interrogatorio, il barman trentenne ha raccontato gli istanti precedenti l'omicidio. Ha spiegato che la ragazza, dopo aver incontrato la 23enne con la quale lui aveva avuto una relazione, era tornata a casa per un confronto chiarificatore. Ne sarebbe quindi nata una discussione. I due poi avrebbero iniziato a cenare: "Intanto che io mangiavo una piadina, Giulia è andata in cucina per preparare la cena e ha iniziato a tagliare dei pomodori".
Sulla base di quanto detto dal trentenne, Giulia avrebbe riaperto la discussione sul tradimento: in un primo momento aveva raccontato che la ragazza si sarebbe procurata tagli alle braccia perché sosteneva "che non riusciva più a vivere". Ieri, però, ha cambiato versione affermando che la 29enne si sia ferita al braccio "involontariamente".
A ogni modo, il solo fatto che stava usando il coltello da cucina, avrebbe fatto scattare in lui la furia omicida. Impagnatiello l'avrebbe così colpita più volte all'altezza del collo. Parole che aggravano la sua posizione considerata "la sproporzione del gesto successivo". L'uomo avrebbe poi detto che la donna avrebbe provato a divincolarsi "ma non riusciva, lo faceva in modo debole. Non ha nemmeno urlato. A quel punto erano le 20.30, era terra ho pensato: Come mi libero del corpo? E così l'ho portato in bagno e le ho dato fuoco nella vasca".
I depistaggi
Ed è da quel momento che Impagnatiello avrebbe dato inizio al suo piano per disfarsi del corpo e per depistare i sospetti su di lui. Subito dopo l'omicidio, intorno alle 2 di notte, l'uomo sarebbe andato dalla collega 23enne con cui aveva avuto una relazione, le avrebbe detto che Giulia se ne era andata e che avrebbero potuto iniziare così la loro storia. La ragazza però, che aveva continuato a messaggiare con la 29enne dopo il loro incontro, si era resa conto che era accaduto qualcosa.
Lo aveva percepito soprattutto da alcuni messaggi inviati in tarda serata in cui l'agente immobiliare aveva cambiato tono chiedendole di essere lasciata in pace e che sarebbe andata via. Ed è per questo motivo, per questi sospetti, che la 23enne quella notte ha deciso di non aprire la porta al trentenne.
Le immagini che riprendono Impagnatiello dopo l'omicidio
Dopo quell'incontro, l'uomo sarebbe andato via e sarebbe stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza alle 3.22: sotto l'ascella avrebbe un involucro, forse un lenzuolo bianco o di plastica.
Impagnatiello andrebbe verso la sua auto per poi uscirne e rientrare in casa sempre con quell'involucro. Alle 7 del mattino di domenica, l'uomo sarebbe uscito da casa: "Ma non dal passaggio pedonale – si legge nel fermo – quanto, piuttosto, dal cancello carraio, con uno zaino in pelle marrone in spalla". Lo si vede mentre va verso la sua auto e apre il cofano lasciando lo zaino dentro.
Dopo aver chiuso il bagagliaio "rientra dal carraio per poi riuscirne alle successive 7.08 tenendo con la mano sinistra due involucri, verosimilmente di plastica, rispettivamente di tonalità chiara trasparente il più piccolo e trasparente giallo chiaro il secondo più grande, all’interno del quale si può notare un agglomerato di materiale compatibile con un mucchio di vestiti".