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Mangiare una pianta in un boccone, terreno e radici comprese: dove e come gustare CiboCi

Chiamatelo snack, chiamatelo finger food, ma in realtà è una pianta in miniatura. E si mangia in un boccone. Si chiama CiboCi e arriva dalle campagne bresciane.
A cura di Chiara Daffini
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Marino Novello e il suo CiboCi
Marino Novello e il suo CiboCi

Se una quindicina d’anni fa il sushi, le bacche di goji e l’avocado sembravano cibo d’avanguardia, oggi la nuova frontiera del food potrebbe essere racchiusa in una pianta di pochi centimetri. Da mangiare intera, in un boccone solo. L’idea è venuta all’imprenditore bresciano Marino Novello, che dopo aver portato in giro per il mondo i giardini prét-à-porter ha pensato di rendere commestibile il suo amore per la natura e di creare un alimento che rispecchi l’ecosistema.

Cibo intelligente, magazzino per il futuro

La storia inizia a Montichiari, nelle campagne bresciane. Qui Marino, in una cascina-laboratorio proprio davanti alla sua casa con i muri completamente rivestiti di ogni specie erborea, produce CiboCi, dove Ci sta per “cibo intelligente”. “Intelligente – spiega l’imprenditore -, perché crea un magazzino di risorse da cui il corpo può attingere in futuro”. Si tratta, nella fattispecie, di una pianta in miniatura, costituita da una matrice, la base su cui germogliano i semi, e da arbusti. Niente terra, però: il mix di brassicacee poggia su un sostrato di gelatina vegetale (la cui ricetta è ovviamente segreta), cucinata e poi sterilizzata a 121 gradi per la posa dei semi, che in circa cinque giorni dentro una teca biotermica in plastica diventano quello che Novello chiama “il vegetante”.

Le piantine germogliano in 5-7 giorni all'interno di bioteche sterilizzate
Le piantine germogliano in 5-7 giorni all'interno di bioteche sterilizzate

Nel ristorante vegetariano stellato

A questo punto gli snack vengono confezionati e sono pronti per essere serviti e mangiati: al naturale, con olio e sale oppure con salse. Come aperitivo, come contorno o come spezza fame. “Per ora – spiega Novello – CiboCi è diffuso nell’alta gastronomia, per esempio nel ristorante stellato vegetariano Joia, a Milano. Ma è usato anche nelle palestre e nei centri benessere per programmi di dimagrimento, vista la sua azione depurativa e antiossidante. Essendo edibile anche la base, si mangia un organismo ancora in vita ed è quindi energia pura”.

Il laboratorio sterilizzato
Il laboratorio sterilizzato

Le ricerche scientifiche

“Nello specifico – continua l’inventore di CiboCi – quando mastico le brassicaee, viene estratto il sulforafano, che è ha già di per sé proprietà antitumorali, potenziate poi dall’effetto della matrice”. Il meccanismo è stato oggetto di studio scientifico da parte del team CiboCi, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina traslazionale e molecolare della Università degli studi di Brescia e con l’Istituto Sperimentale Spallanzani di Rivolta D’Adda, che hanno riconosciuto un potenziamento significativo dei composti bioattivi generato dall’interscambio tra la parte vegetante e la matrice.

Una confezione di CiboCi
Una confezione di CiboCi

Quanto costa?

Il costo per singola piantina è di poco più di un euro e le confezioni sono da 5, 16 e 25 snack, per un prezzo dai 7 ai 30 euro. “Naturalmente – precisa Novello – siamo ancora nella fase artigianale, che comporta spese più elevate, ma l’obiettivo è industrializzare il processo, in modo da rendere CiboCi accessibile a tutti”.

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