Mamma anatra e i suoi piccoli uccisi nel Bresciano: segni di sassate e percosse sui loro corpi
Nel Bresciano è stata trovata morta una famiglia di germani. Una mamma e i suoi quattro anatroccoli sono stati uccisi a forza di botte da qualcuno ancora non identificato. A fare la scoperta è stato un residente di Vello, una frazione di Marone affacciata sul lago di Iseo, in provincia di Brescia. I loro corpi presentavano evidenti segni di percosse, cosa che esclude la morte naturale o il bracconaggio. La cosa più triste è che non è la prima volta che succede.
I corpicini dei piccoli che galleggiavano sull'acqua
A trovare i corpi senza vita degli animali è stato un residente di Vello, Taddeo Rinaldi. Era a bordo del suo kayak quando ha visto galleggiare sull'acqua i cadaveri della mamma anatra e dei suoi quattro anatroccoli. Al quotidiano Bresciaoggi ha raccontato che la sera prima del ritrovamento aveva notato degli anatroccoli aggirarsi lì intorno, ma il mattino seguente ce n'era solo uno, "visibilmente spaventato, che in breve è morto anche lui".
L'uomo, allora, è andato a controllare vicino al porto e ha visto gli altri piccoli che galleggiavano inerti sull'acqua. A pochi metri c'era anche un'anatra adulta, forse la madre. I cinque corpi presentavano segni di botte, percosse e sassate.
"Non è la prima volta che succede", racconta un residente
Non è la prima volta che succede. Pare che ci sia qualcuno che si diverte a uccidere animali indifesi. La famiglia di germani, infatti, non sarebbe stata predata da altri animali o colpita dai proiettili di bracconieri. I loro corpi presentavano evidenti segni di percosse. La stessa sorte era toccata a due cigni: sempre Taddeo Rinaldi li aveva trovati con il collo spezzato, forse colpiti con un'asse o un palo.
"Serve che qualcuno faccia qualcosa perché non è normale una situazione del genere. Mi chiedo una cosa: perché una persona, o più persone, si spingono a queste azioni? Dietro la testolina dell'anatra adulta c'era un segno di una sassata, o qualcosa di simile. Vorrei solamente che qualcuno, la polizia, i carabinieri, prendesse in carico quanto successo e lavorasse per cercare di limitare altri episodi", è l'appello che lancia Rinaldi.