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Maltratta la moglie, per il pm è “un fatto culturale”: assolto l’uomo denunciato a Brescia

“La disparità tra uomo e donna è un portato della sua cultura”, le parole del pm che il ministro Carlo Nordio aveva definito “inaccettabili”. Per il Tribunale di Brescia “il fatto non sussiste”: le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
A cura di Francesca Del Boca
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Aveva fatto discutere tutta Italia il caso di Hasan Md Imrul, il cittadino bengalese accusato di aver maltrattato l'ex moglie, anch'essa bengalese, sposata in Italia con nozze combinate: durante il processo, svoltosi al Tribunale di Brescia, il pm Antonio Bassolino aveva chiesto l'assoluzione dell'imputato sostenendo che i suoi comportamenti fossero il frutto dell'impianto culturale e non della precisa volontà di annientare e svilire la coniuge.

Oggi arriva proprio l'assoluzione con formula piena per l'uomo: per il Tribunale di Brescia, infatti, "il fatto non sussiste". La Corte ha seguito il parere del pm, insomma, ma non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza, che verranno depositate entro 90 giorni. Una decisione che ha scatenato le proteste della vittima e del suo legale, che hanno già annunciato il ricorso in appello: "Così le donne straniere non denunceranno più", le parole dell'avvocato.

Questa, intanto, era stata la prima richiesta di assoluzione del pm di Brescia Bassolino, formulata lo scorso agosto: "Il fatto non costituisce reato per mancanza dell’elemento soggettivo", scrisse il magistrato. "I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine".

Parole su cui si era scatenato un vero e proprio putiferio. Si era dissociato dalla richiesta di assoluzione così presentata il procuratore capo a Brescia Francesco Prete ("La violenza va condannata a prescindere da qualsiasi riferimento culturale", recitava la nota emanata dalla Procura), seguito a ruota dal ministro della Giustizia in persona ("Inaccettabile", la definì il Guardasigilli Carlo Nordio, dopo aver precisato che "nel nostro sistema la legge è uguale per tutti, e l'ignoranza della legge non deve essere mai una scusa").

Polemiche tali da far correggere il tiro al magistrato stesso. Che comunque ha proseguito dritto verso la strada dell'assoluzione dell'imputato, stavolta per altri motivi: "Il pm, esaminati gli atti, rivaluta la precedente richiesta e la riformula chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste – ha dichiarato di recente il pm -perché il reato di maltrattamenti contestato difetta del requisito dell’abitualità". 

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