Malpensa a Berlusconi, il presidente dell’Enac: “Se a me non piacesse Wojtyla, a cui è dedicato l’aeroporto di Bari?”
Il presidente dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile vuole intestarsi la decisione di intitolare l'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi, scavalcando anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. "È una proposta che ho presentato io al Consiglio di amministrazione", dice Pierluigi Di Palma, che poi assicura la proposta è stata approvata "senza obiezioni". Al contrario di quello che sta avvenendo invece al di fuori dell'Enac, dove si sono scatenate molte polemiche e dove la petizione per impedirlo ha raccolto oltre 20mila firme in poche ore.
Per questo Di Palma difende la sua scelta perfino più di un politico di destra: Berlusconi "è stato un uomo che ha rotto degli schemi. Il tentativo di portare a una democrazia dell’alternanza, qui nel nostro Paese, lo si deve a lui. E sempre lui ha garantito all’Italia relazioni internazionali come nessun altro. Basti pensare a Putin o a Gheddafi". Certo, non proprio due modelli universali, visto che entrambi sono stati accusati di crimini di guerra dalla Corte penale internazionale.
Eppure per il presidente dell'Enac Berlusconi non è l'unico personaggio divisivo a cui è stato dedicato un aeroporto e, parlando con un giornalista de La Repubblica, fa un paragone che a molti può apparire azzardato: "Lei potrebbe dirmi che Wojtyla stava simpatico alla maggioranza degli italiani. Anche un Papa può essere una figura divisiva. E se a me il Papa non piacesse? È una valutazione soggettiva. Fu Nichi Vendola, allora presidente della Regione Puglia, a mettere Wojtyla: si trattò di un tentativo di crescere nel consenso personale e, per questo, la cosa non mi piacque proprio, allora".
Per Di Palma, in realtà, Malpensa non sarebbe neanche abbastanza: "Io avrei intitolato a Silvio Berlusconi direttamente lo scalo di Linate". Ma il sindaco di Milano, Beppe Sala, si è opposto, come si è dichiarato contrario all'intitolare qualsiasi strada di Milano a Berlusconi, almeno prima dei dieci anni dalla sua morte come prevedere il regolamento comunale.