Malore per Fontana: “Il mio fisico mi ha avvertito: ho bisogno di qualche giorno di riposo”
Malore per il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana che nelle scorse ore è stato colto da un attacco di diverticolite e che per questo ha fatto sapere di aver bisogno di qualche giorno di riposo. È stato lo stesso governatore a comunicare attraverso un post su Facebook di aver cancellato tutti gli impegni del weekend, compresa la partecipazione alla Festa della Lega a Cervia.
Annullati tutti gli impegni del weekend
"Il mio fisico mi ha avvertito – le parole che Fontana ha condiviso su Facebook – ‘Attilio prenditi qualche giorno di riposo'. Sono quindi costretto a disdire tutti gli impegni di oggi e domani e con estremo rammarico non potrò essere presente questa sera a Cervia per incontrare la famiglia della Lega. Pochi giorni di riposo, lunedì al lavoro come sempre!". Il suo staff ha fatto sapere che Fontana soffre di diverticolite da tempo e che ha avuto un attacco nelle ore scorse e che ora è sotto terapia antibiotica: nessun cambio di programma invece per la prossima settimana che vede il presidente lombardo impegnato martedì nell'incontro, insieme agli altri presidenti di Regione, al Quirinale, con Sergio Mattarella e mercoledì nella riunione di giunta.
Il nome del presidente Fontana nel caso camici
Il presidente Fontana è indagato per frode in pubbliche forniture nell'ambito dell'inchiesta sulla fornitura da 513mila euro che l'azienda del cognato del governatore, la Dama Spa di Andrea Dini ha fatturato ad Aria, la centrale acquisti della Regione, per 75mila camici e altro materiale sanitario. Un ordine che, mentre della vicenda si interessava la trasmissione d'inchiesta Report, si è poi cercato di trasformare in donazione. La procura sta cercando di chiarire il ruolo avuto dal governatore leghista nella vicenda, in particolare un suo tentativo di bonifico da 250mila euro al cognato, a mo' di parziale risarcimento per l'ordine sfumato, fatto partire da un conto in Svizzera alimentato da capitali (l'eredità di famiglia) che prima si trovavano alle Bahamas e poi sono stati fatti rientrare nel 2015 mediante lo "scudo fiscale".