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Majorino risponde a Sala: “Sbagliato scartare le primarie. Non si vince con il centro ma con un’alleanza larga”

L’intervista di Fanpage.it a Piefrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione Lombardia. “Beppe Sala guarda al candidato civico fuori dalla politica? Per ora è necessario confrontarsi sulle idee, ma dobbiamo essere ottimisti. Siamo noi quelli in vantaggio”
A cura di Francesca Del Boca
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Le Comunali milanesi del 2026 sono ancora lontane. Ma il sindaco Beppe Sala già immagina quale potrebbe essere il futuro di Milano senza di lui, a un passo dall'addio dopo due mandati. "Il candidato di centrosinistra? Vanno sondati anche eventuali interessi di persone al di fuori della politica e dei partiti, che hanno voglia di esprimere le loro capacità per Milano. Capiamo se ci sono disponibilità autorevoli in grado di vincere", sono state le sue parole oggi a margine dell'evento di Coima.

Insomma, è necessario iniziare a guardarsi intorno verso "profili civici" di grande spessore, che possano "riscuotere interesse" nell'elettorato. "Ma presto per iniziare la discussione sui nomi, sarà da vedere almeno un tra un anno", commenta intanto Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico in Regione Lombardia.

Beppe Sala guarda con interesse a un profilo civico, per la scelta del prossimo candidato sindaco del centrosinistra. 

Eviterei il solito dibattito se sia meglio il politico o la società civile… da ambedue i mondi possono arrivare nomi di candidati e candidate autorevoli. Dobbiamo essere ambiziosi nella scelta: partiamo dalla vittoria dei partiti di centrosinistra alle europee a Milano, dal successo delle regionali…

Proprio sulla scia di questi successi, non sarebbe meglio "guardare in casa" e valorizzare un nome di partito?

Per quanto mi riguarda metto sullo stesso piano i nomi della politica e della società civile, non faccio una gara.

Le parole di Sala: "Il centrodestra ha un vantaggio perché è sempre compatto, noi facciamo un po' più fatica". 

Dobbiamo essere ottimisti, meno dimessi. Siamo noi quelli in vantaggio.

Quale potrebbe essere la coalizione giusta per un centrosinistra vincente (e altrettanto compatto)?

In realtà, in questi ultimi anni, il centrosinistra a Milano è rimasto unito. Da questo punto di vista non farei passi indietro o ribaltoni. La stessa coalizione che lo sostiene, del resto, è molto ampia: qui una larga alleanza si è già realizzata. Dobbiamo andare avanti e insistere in questa direzione.

Sempre Sala, tempo fa, dichiarò: "Senza il centro non si vince. Esiste altro oltre al Pd".

È ovvio che non ci sia solo il Pd, certo. Ma lo dico con franchezza: non mi ha mai convinto il fatto che si possa vincere al centro. Abbiamo semmai bisogno di tutti, e ciò significa non avere veti né da una parte né dall'altra. Alle ultime elezioni Alleanza Verdi e Sinistra ha preso il 10,5 in città, i Cinque Stelle il 5, i partiti del Terzo Polo il 12 per cento. Semmai il tema sarà più complesso, ovvero quello di tentare di trovare una sintesi tra forze che sembrano molto diverse. Una strada che, però, dobbiamo assolutamente provare a percorrere.

Dice il sindaco: "Prima di parlare di primarie sarebbe bene capire se ci sono disponibilità autorevoli in grado di vincere". 

Non scarterei mai lo strumento delle primarie, onestamente. Le primarie vanno fatte, sono l'occasione migliore per poter scegliere. Sono comunque convinto che alla fine si faranno, restano il vero strumento di partecipazione attiva dei cittadini.

Obiettivo 2026. Quali sono le prossime mosse del centrosinistra?

Per ora è necessario confrontarsi sulle idee, sui temi, sull'idea di cambiamento che vogliamo costruire per la città. Una città ancora segnata dalle diseguaglianze, dove tante persone fanno fatica. Poi, tra un anno, possiamo parlare dei nomi e dei candidati.

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