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Maestra dell’asilo a processo per maltrattamenti sui bimbi: “Chiedo scusa alle mamme, amavo quel lavoro”

A Bergamo si sta celebrando il processo a carico di della titolare dell’asilo nido Girotondo di Boccaleone. Paola Michela Martinelli è accusata di maltrattamenti nei confronti dei bambini ed è stata ascoltata in aula durante l’udienza del 27 novembre.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Paola Michela Martinelli, titolare dell'asilo nido Girotondo di Boccaleone (in provincia di Bergamo) sta affrontando il processo che la vede imputata per maltrattamenti ai danni dai bambini che frequentavano la struttura. Nell'udienza di ieri, 27 novembre, davanti al collegio dei giudici presieduto da Patrizia Ingrascì ha negato gli addebiti a suo carico e chiesto "scusa" per gli episodi che sono stati ripresi dalle telecamere piazzate dalla Squadra Mobile: "Amavo quel lavoro, me lo sono rovinato da sola".

I filmati registrati dagli investigatori durante le indagini hanno ripreso l'imputata dare uno scappellotto dietro la testa di un bambino e spingere un'altra bambina sul materassino del lettino. "Devo chiedere scusa a queste mamme e a questi bambini", ha dichiarato Martinelli in aula, "voglio almeno che vengano riscattati, in qualche maniera, i miei 16 anni" di lavoro.

Come riportato dal Corriere della Sera, dal 2004 Martinelli ricopriva il ruolo di coordinatrice dell'asilo nido Girotondo, che dal 2012 da struttura privata è diventata accreditata dal Comune di Bergamo, ora a processo come parte civile insieme a tre genitori. In aula, l'imputata ha affermato di non aver mai alzato le mani sui bambini o rivolto a loro insulti. Inoltre, nega di aver mai lasciato i bambini soli al buio, abbandonati mentre piangevano

"Nessun bimbo era lasciato solo", ha dichiarato Martinelli rispondendo alle domande dell'avvocato Fabio Pezzotta, che la difende insieme alla collega Sara Veri. Tra gli episodi contestati, però, c'è anche l'episodio di un bambino fatto dormire chiuso in un bagno adiacente alla stanza per la nanna: "È successo due volte", ha affermato, "continuavamo a controllarli".

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