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Maestra accusata di maltrattamenti sui bimbi dell’asilo nido, un genitore: “Mio figlio si strappava i capelli”

Nella giornata di ieri, in tribunale a Bergamo, sono state sentite le mamme dei piccoli che avrebbero subito maltrattamenti da una maestra. L’accusata, Paola Michela Martinelli, è titolare di un asilo nido. I rimproveri in alcune circostanze si sarebbero trasformati in insulti.
A cura di Carlo Coi
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Nella giornata di ieri mercoledì 16 ottobre, è iniziato il processo a Paola Michela Martinelli, la titolare dell'asilo nido Girotondo di via Gabriele Rosa a Bergamo. L'imputata è stata accusata di maltrattamenti ai danni dei bambini che frequentavano la struttura. In tribunale, sono state sentite le mamme di due piccoli che potrebbero aver subito maltrattamenti. Martinelli ha negato qualsiasi tipo di accusa.

Le accuse rivolte alla titolare dell'asilo

Dalle testimonianze raccolte sentendo le educatrici e i genitori dei bambini, sembrerebbe che i piccoli fossero vittime di rimproveri che, in alcune circostanze, si sarebbero trasformati in veri e propri insulti. L'accusata è Paola Michela Martinelli che gestisce l'asilo privato Girotondo a Bergamo, una struttura accreditata sottoposta a rigorosi controlli da parte degli enti sia sotto l'aspetto tecnico strutturale che pedagogico e sociale. È questo è il motivo per il quale il Comune è stato chiamato a processo come responsabile civile.

Nella giornata di ieri sono state sentite in tribunale le mamme di due bambini che frequentavano la scuola, una delle quali ha raccontato come il figlio non riuscisse più a dormire la notte, e non si prestasse neppure a un abbraccio materno.

Queste le sue parole: "Aveva iniziato a strapparsi i capelli, non dormiva la notte e quando lo si portava al nido non voleva essere preso dalla signora Martinelli – e prosegue – A oggi, ha ancora molte difficoltà dal punto di vista emotivo".

Il caso del bambino con sindrome di Down abbandonato nel bagno per punizione

Le ulteriori accuse rivolte a Martinelli è che i bambini venissero lasciati da soli a piangere nei seggioloni o nei lettini in attesa che si addormentassero. Colpisce la dichiarazione fornita da un'educatrice che ha sottolineato come un bambino con sindrome di Down, per evitare che potesse mordere una bambina, veniva abbandonato nel seggiolone o gli veniva fatto fare il riposino pomeridiano in un lettino in bagno.

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