Maestra a processo per maltrattamenti: “I bimbi piangevano e lei parlava delle sue avventure sessuali e amorose”

La Procura di Bergamo ha chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi di carcere per maltrattamenti fisici e verbali su quattordici bambini nei confronti di una maestra ed ex titolare di un asilo nido privato di Bergamo. L'avvocato difensore ha invece chiesto l'assoluzione. Tra i piccoli ci sarebbe anche un bambino – che oggi ha 12 anni – con sindrome di Down. I suoi genitori e quelli di un altro bimbo si sono costituiti parte civile.
A svolgere le indagini sono stati gli agenti della squadra mobile. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2016 e poi ancora tra fine 2019 e febbraio 2020. L'inchiesta è partita dopo la denuncia di una mamma che, a ottobre 2019, avrebbe ritirato il figlio di neanche un anno che era stato iscritto il mese precedente. L'Accusa, durante l'arringa, ha ricordato come questo bimbo avrebbe iniziato ad avere disturbi del sonno.
A seguito della sua denuncia, sono state installate cimici nella struttura. Tra le frasi registrate, come riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera, ci sarebbero: "Non ti voglio più sentire", "Hai fatto la cacca, grassona di m..?", "Hai rotto i c….". Sono stati inoltre letti messaggi vocali e telefonate, registrate mentre i bimbi piangevano disperati nei lettini, che confermerebbero la "deliberata trascuratezza": "Cosa fa mentre i bimbi piangevano soli in stanza? Parla delle sue avventure sessuali e amorose".
Sono stati inoltre ricordati i toni "autoritari e mortificanti" che sarebbero stati usati anche nei confronti di un'educatrice, che ha poi scelto di andare via. Proprio lei ha riferito che i piccoli sarebbero stati chiamati "stupidi" e che la titolare avrebbe spesso alzato la voce o dato "pacchette sul sedere e sberlette sulle manine". Inoltre avrebbe ordinato di lasciarli piangere al momento della nanna e lasciato un bimbo con sindrome di down da solo in bagno nella penombra.
L'avvocato che difende l'ex insegnante ha chiesto l'assoluzione invitando i giudici a scremare dagli "eccessi narrativi presenti in abbondanza" e di non lasciarsi condizionare. "L'imputata è stata molto dura con se stessa, ha ammesso di aver sbagliato, ma commettere errori non significa commettere reati". E relativamente agli episodi emersi dalle intercettazioni ha detto: "Si esauriscono subito, sono reazioni nervose". Ha inoltre citato diverse testimonianze a favore dell'imputata che escludono i maltrattamenti.