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Madre no vax: i giudici ne limitano la responsabilità genitoriale

Per lei il Covid è solo una banale influenza e i vaccini sono tutti pericolosi. Le posizioni “negazionistiche” di una madre hanno portato il Tribunale di Milano a limitarne la responsabilità genitoriale. Sarà il padre, che aveva divorziato dalla donna, a prendere le decisioni in merito per la figlia undicenne.
A cura di Redazione Milano
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Immagine di repertorio
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Una donna era contraria a ogni tipo di vaccino, all'utilizzo delle mascherine e anche ai tamponi, oggi fondamentali per poter accedere ad esempio ai luoghi chiusi o a consentire spostamenti con alcuni mezzi. Il Tribunale civile di Milano ha definito queste posizioni "oltranzistiche e negazionistiche" e "di grave pregiudizio per la salute della figlia minore", tanto da – come riporta il Corriere della Sera – limitare la responsabilità genitoriale alla mamma no vax di una 11enne.

Un padre preoccupato per la figlia ha chiesto aiuto degli avvocati

A chiedere aiuto per la figlia è stato il padre divorziato della bambina, che è stato autorizzato a "provvedere in autonomia, senza il consenso della madre" a sottoporre la minore a tutte le vaccinazioni obbligatorie, come quella del morbillo, e anche a quelle raccomandate, oltre ai tamponi per individuare o meno la positività al Covid. Tra le indicazioni anche quella di far indossare alla bimba la mascherina a scuola. Per il futuro prossimo è stato dato anche il consenso per valutare in autonomia da parte del padre, senza l'accordo con l'ex moglie, "se sia necessario o anche solo opportuno somministrarle il vaccino anti Covid" una volta compiuti 12 anni.

La madre: Il Covid? Solo un'influenza

Nelle carte, a quanto riporta il Corriere della Sera, la madre dell'11enne sostiene la tesi che il Covid sia una banale influenza e che i vaccini pericolosi e poco efficaci. A raccomandarli infatti non sarebbe la "vera scienza" ma solo una piccola sottocategoria comandata dai poteri forti, che gonfierebbe il numero dei morti. Le obiezioni della madre alle vaccinazioni facoltative e ai tamponi sono "frutto di opinioni personali, ispirate da soggetti non riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, in parte proposte in modo fuorviante, o basate su notizie non veritiere (come la posizione della Svezia sui tamponi)" scrivono i giudici.

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