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Madalina Ghenea incontra in tribunale la donna che l’avrebbe perseguitata: “Ho provato un vuoto nello stomaco”

“Ho provato un vuoto nello stomaco, non mi ha nemmeno guardata in faccia” così la modella e attrice Madalina Diana Ghenea ha descritto il primo incontro con la sua presunta stalker durante l’udienza preliminare al tribunale di Milano.
A cura di Alice De Luca
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"Ho provato un vuoto nello stomaco, non mi ha nemmeno guardata in faccia" così la modella e attrice Madalina Diana Ghenea ha descritto il primo incontro con la donna accusata di averla stalkerizzata sui social, inviando messaggi di odio e minacce a lei e ai suoi familiari, amici e colleghi. Ieri, martedì 17 dicembre, si è svolta al tribunale di Milano l'udienza preliminare in cui le due donne si sono viste per la prima volta. Ghenea e la madre sono state ammesse come parti civili dal giudice per l'udienza preliminare di Milano Roberto Crepaldi, che il prossimo 28 gennaio deciderà se rimandare a processo l'indagata con l'accusa di atti persecutori.

Al termine dell'udienza, Ghenea ha raccontato di aver ricevuto da parte della donna, una 45enne che vive a Limbiate, "Continue minacce anche di morte e valanghe di insulti", che l'hanno portata a cambiare le sue abitudini. Ricevere questi messaggi sui social è stato per lei "Come se qualcuno bussasse alla tua porta ed entrasse in casa tua e ogni giorno e ti dicesse che devi morire. Non è normale vivere così".

Secondo l'accusa la presunta stalker si sarebbe costantemente informata sugli spostamenti di Ghenea, contattando suoi conoscenti e colleghi di lavoro. Tra questi anche il regista Paolo Genovese e il fotografo Adolfo Franzò. "Non riesco a capire perchè per così tanti anni mi sono stati mandati messaggi così pesanti – ha detto Ghenea – perchè contattare le persone con cui lavoro per capire dove sono, con chi sono? Ero in Messico e anche lì, la mia agente ha ricevuto messaggi".

La 45enne ha sempre respinto ogni accusa, sostenendo che i messaggi di odio erano stati inviati da qualcun altro attraverso i suoi account, di cui nel frattempo aveva perso le password. Ma secondo Ghenea questa storia non sta in piedi e ne avrebbe avuto conferma proprio durante questo primo incontro: "Se fosse stata innocente e se davvero, come lei ha detto, le hanno rubato le password dei suoi account per poi usare i suoi profili, quanto meno avrebbe detto qualcosa, avrebbe chiesto scusa"

Ghenea infine ha aggiunto che la sua "È una lotta contro queste molestie online, anche per le altre persone. Per questo nel caso in cui dovessi ricevere un risarcimento lo devolverò in beneficienza"

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