Ma Milano è davvero la città più inquinata del mondo?
Corre veloce sui social e sulle pagine di giornale la notizia shock. Domenica 18 febbraio Milano è risultata la terza città più inquinata del mondo, dietro solo a Lahore in Pakistan e a Dacca in Bangladesh: a decretarlo è stata la classifica stilata dal portale IQAir, azienda svizzera che produce depuratori per l'aria e che ha recentemente creato un software per monitorare l’aria città per città. Ma il sindaco di Milano Beppe Sala proprio non ci sta.
"Sono le solite indagini estemporanee gestite da un ente privato. Sono davvero seccato di dover rispondere su questioni che non esistono", risponde il primo cittadino, visibilmente piccato, ai giornalisti che lo incalzano sul tema. "Mi meraviglio anche di voi giornalisti. Vi sembra la terza città più inquinata del mondo?", battibecca con un cronista. "Chi fa queste analisi? Arpa fa altri studi, e dimostrano tutto il contrario". Per poi concludere: "Stiamo lavorando per migliorare l'aria, questo sì. Però non possiamo affidarci a questi dati, parliamo di cose serie".
L'aria inquinata a Milano e in Lombardia
Che l'aria a Milano sia pesantemente inquinata, si sa, non è certo una novità. Colpa di una posizione geografica penalizzante, stretta tra le Alpi e gli Appennini. E ancora dell'assenza di vento e precipitazioni, della concentrazione di industrie, allevamenti intensivi e riscaldamenti all'interno di un territorio densamente popolato.
Del resto anche il sito di Arpa Lombardia, aggiornato a sabato 17 febbraio, nell'ultima settimana segnala valori in crescita di PM10 nell'aria (con 100 µg/m³, valore limite 50 µg/m³) che per quattro giorni consecutivi hanno superato il livello critico previsto per legge e portato a un blocco del traffico per Milano e altre otto province lombarde. E ancora PM2.5 in crescita (media giornaliera 76 µg/m³, quando il valore limite annuale per la salute umana è fissato intorno ai 25 µg/m³), mentre il biossido di azoto si è attestato intorno ai 88 μg/m³ e l’ozono ai 71 μg/m³: in questi ultimi casi si rimane sotto la soglia di allarme.
L'analisi del portale svizzero IQAir
Ma, restando vero l'allarme smog a Milano e in Lombardia, l'analisi effettuata dal portale svizzero IQAir potrebbe presentare comunque qualche criticità, come ha ampiamente sostenuto (con veemenza) il sindaco Beppe Sala.
In primis il fatto che provenga appunto da un ente privato, che raccoglie dati senza un metodo scientificamente approvato: non sappiamo infatti in che modo venga realizzata la media degli inquinanti presentata sul sito o come sia ponderata, né come siano davvero rilevati i dati (raccolti anche attraverso i "citizen scientist", ovvero chi ha acquistato un monitor prodotto dall'azienda che ha stilato la classifica), e quindi non certo prelevati con strumenti conformi o certificati.
Il consiglio che viene fornito a margine della classifica? Evitare l’esercizio all’aperto, chiudere le finestre per non fare entrare in casa l’aria inquinata, indossare una mascherina all’aperto. E, ovviamente, procurarsi immediatamente un purificatore d’aria, con tanto di link che riporta direttamente alla pagina di acquisto dei prodotti della casa.
Ma non solo. L'elenco, che esclude ampie aree geografiche del globo, fotografa solo l'istante ed è in continua evoluzione (quindi non messo a confronto con dati di più ampio respiro, che immortalano una reale tendenza: in questa classifica ora Milano è addirittura la prima città più inquinata al mondo, mentre nel report storico che va dal 2017 al 2022 si trova solo al 531esimo posto). E soprattutto monitora unicamente il particolato sottile 2.5, quando gli indicatori per l’inquinamento atmosferico sono molti di più – e uno studio sulla qualità dell’aria generale non può certo prescindere dall'insieme di tutti i fattori inquinanti come PM10, biossido d’azoto, monossido di carbonio e molti altri ancora.