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L’uomo che ha sorpreso la moglie con l’amante: “Lui voleva colpirmi per primo, gli ho sferrato due pugni”

Il 46enne Andrey Kostenko ha parlato per la prima volta in una udienza pubblica. Ha raccontato la sua versione sul pestaggio del 21 settembre 2021, quando ha ridotto in fin di vita l’amante della moglie. Li aveva sorpresi insieme in un parcheggio di Menaggio: “La mia testa smise di funzionare”.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Aveva picchiato l'amante della moglie riducendolo in fin di vita. Ora, dopo un anno e mezzo dal pestaggio, Andrey Kostenko parla per la prima volta e lo fa davanti al Collegio presieduto da Maria Elisabetta De Benedetto in una udienza pubblica. L'imprenditore ucraino 46enne, infatti, è accusato di aver tentato di uccidere in un agguato un 38enne di Tremezzina e di aver procurato lesioni anche a sua moglie in un parcheggio di Menaggio (in provincia di Como), nei pressi dell’ospedale: "Avevo visto tutto ma il mio cuore non poteva accettare, rimasi pietrificato, la mia testa smise di funzionare".

Il giorno del pestaggio

Era il 21 settembre del 2021. "Rientravo da una assenza per motivi di lavoro", ha iniziato a raccontare Kostenko, "chiamai mia moglie ma non rispondeva, la cercai da un'amica ma non c'era". L'auto però, ricorda l'imprenditore ucraino, era nel parcheggio: "Più distante vidi un’altra auto e sopra c’era lei con un altro uomo".

I due scesero e secondo quanto raccontato dal 46enne "fu l'altro il primo a cercare di colpirmi, ma gli sferrai due pugni e mezzo". Secondo l'accusa, il pestaggio avvenne con l'utilizzo di un martello e a picchiare fu un uomo incappucciato. Ma Kostenko ha smentito: "Non usai armi, non ero incappucciato".

Il pestaggio andò avanti a mani nude, ha raccontato il 46enne: "Quando l'altro uomo si chinò in avanti lo colpii con gomitate al capo, mia moglie stava lontana". Lei, kazaka, stava assistendo alla scena e quando il marito le si è avvicinato "cercava di mettermi le dita negli occhi". Allora lui avrebbe reagito: "La bloccai a terra con il ginocchio, poi raccolsi il suo cellulare e me ne andai".

Il ruolo dell'amico Chernenko e la separazione con la moglie

Per l'accusa, però, quello non fu un incontro casuale, ma un raid punitivo. Insieme a Kostenko, quel giorno, c'era anche Hennady Chernenko. Un 44enne, ucraino anche lui, che ha preferito essere giudicato con il rito abbreviato, per il quale è stato condannato in primo grado a 8 anni e 2 mesi di reclusione.

Kostenko ha confermato che Chernenko "era presente, ma non c’entra proprio niente con questa storia". L'imprenditore ha raccontato di aver "già perdonato nel 2019" la moglie. Poi nel 2020 lei aveva chiesto la separazione, cosa che lui non voleva. Nel processo, la moglie e la vittima del pestaggio si sono costituiti parti civili. La prossima udienza è stata fissata a giugno.

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