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Lumini alle finestre nella notte di San Silvestro: luci per ricordare le vittime del Covid

Un lumino alla finestra per ricordare le vittime del Coronavirus in Lombardia e in tutta Italia. È la proposta lanciata dal Consiglio comunale dei ragazzi di Albese con Cassano, in provincia di Como. All’iniziativa ha aderito anche il governatore lombardo Attilio Fontana: “Un gesto semplice che condivido, che tutti possiamo fare, che ci unisce nel ricordo di chi non c’è più”.
A cura di Redazione Milano
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Accendere un lumino la sera del 31 dicembre e metterlo alla finestra per salutare il 2020 ricordando le vittime del Coronavirus. È la proposta ideata dai ragazzi di un comune della provincia di Como per la notte di San Silvestro.

All'iniziativa ha aderito anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Aderisco all'iniziativa ‘Una luce per un abbraccio mancato” ideata dal Consiglio Comunale dei Ragazzi del Comune di Albese con Cassano (Como), in ricordo delle vittime del Covid-19", ha annunciato il governatore con un post su Facebook. "Un gesto semplice che condivido, che tutti possiamo fare, che ci unisce nel ricordo di chi non c'è più, verso un 2021 di rivincita contro questo virus".

La Lombardia ha pagato alla pandemia un prezzo di vite umane senza precedenti dalla Seconda Guerra mondiale. A pochi giorni dalla fine del 2020 sono stati superati i 25.000 morti a causa del Covid-19 da inizio pandemia. Venticinquemila lombardi, almeno stando ai numeri ufficiali, decedute a causa dell'infezione in appena dieci mesi. Dalla prima ondata della scorsa primavera alla seconda dell'autunno: in Lombardia il virus ha strappato alla vita poco meno di un terzo delle persone decedute in tutta Italia.

Per questo, in una giornata in cui ancora il Covid-19 impedisce di abbracciarsi e stare in compagnia, la simbolica luce delle candele rappresenta il ricordo e la speranza, che in questo momento è rappresentata dall'arrivo del vaccino. Le dosi verranno somministrate al personale medico e sanitario, per poi passare agli ospiti delle Rsa e ai lavoratori delle categorie a rischio, tra cui le forze dell'ordine. Successivamente verranno vaccinate le persone fragili con diverse patologie pregresse o più esposte alla malattia, prima di concludere con la vaccinazione di massa del resto dei cittadini.

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