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Omicidio di Giulia Tramontano

L’ultimo messaggio di Giulia Tramontano all’altra ragazza di Impagnatiello: “Lui va rinchiuso in psichiatria”

“Va rinchiuso in un buon ospedale psichiatrico”: scriveva così Giulia Tramontano all’altra donna del suo compagno Alessandro Impagnatiello. Aveva appena scoperto i tradimenti.
A cura di Giorgia Venturini
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Qualche ora prima di essere uccisa con 37 coltellate dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, Giulia Tramontano si era scambiata qualche messaggio con l'amante del suo fidanzato e poi si era fatta forza e l'aveva incontrata di persona pochi minuti dopo. Nei messaggi scambiati sulla chat di whatsapp, A. C., la collega di Impagnatiello con cui il ragazzo aveva una relazione parallela, aveva riferito a Giulia tutte la bugie che lui le aveva raccontato. Prima tra tutte il falso test di paternità che il trentenne aveva fabbricato per dimostrarle che non era suo il figlio che Giulia teneva in grembo da sette mesi.

"Mai fatto test di paternità non ne avevo bisogno", scrive Giulia a A. C nei messaggi depositati nel procedimento davanti alla Corte d'Assise di Milano. L'altra ragazza le aveva risposto spiegandole che Impagnatiello raccontava "che sei scesa a Napoli e che sei stata con un altro". Così aveva giustificato di non essere lui il padre. Giulia aveva scoperto tutto il pomeriggio del 27 maggio, poche ore prima di essere uccisa.

All'altra donna aveva scritto: "Questa persona (riferito al suo compagno) va rinchiusa in un buon ospedale psichiatrico". Il pomeriggio del 27 maggio dello scorso anno le due donne si erano incontrate: A. C. aveva abbracciato Giulia prima di salutarla e le aveva offerto di andare a dormire da lei quella stessa sera se non se la sentiva di tornare a casa da Alessandro Impagnatiello. Giulia aveva rifiutato l'invito: era tornata nella casa di Senago che condivideva con il compagno forse l'obiettivo di lasciarlo. Come aveva anticipato alla suocera appena dopo aver saputo dei tradimenti.

Tutti questi dettagli sono emersi durante la terza udienza di ieri giovedì 7 maggio del processo nei confronti di Alessandro Impagnatiello, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dal rapporto di convivenza. Ieri, tra i testimoni dell'accusa, ha parlato anche l'altra donna dell'imputato: ha spiegato inoltre che il giorno dell'omicidio aveva scritto un altro messaggio a Giulia. Le diceva: "Ti prego salvati appena puoi. Ora voglio e devo salvare te e il tuo bimbo". Davanti ai giudici la teste ha spiegato: "Volevo salvarla da una persona che non era onesta".

E ancora: "Mentre parlavamo Giulia mi aveva raccontato i comportamenti di lui a casa, dicendomi che era molto autoritario. Mi ha detto che lei non era felice, che aveva passato mesi da sola quando Impagnatiello avrebbe dovuto essere presente". Poche ore dopo quei messaggio Giulia è stata uccisa a coltellate dal compagno che ha provato a dare fuoco al corpo per due volte.

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