L’ultima telefonata di Laura Ziliani all’amica: “Mai nominato Mirto, era fiera delle sue figlie”
Un'amica di Laura Ziliani ha raccontato al Giornale di Brescia il contenuto dell'ultima telefonata fatta con l'ex vigilessa lo scorso 7 maggio, il giorno prima che la donna sparisse per mano di due delle due figlie e del fidanzato della maggiore. "Ho capito subito che c’era qualcosa di strano", dice Rossella al quotidiano locale a proposito della scomparsa di Laura, ritrovata cadavere tre mesi dopo, l'8 agosto. "Era impossibile che Laura si fosse persa. Era esperta, sapeva muoversi, aveva l’attrezzatura giusta", racconta Rossella, spiegando tra l'altro che il sentiero sul quale le figlie dicevano che Laura si era avventurata è il "più pianeggiante di Temù".
L'ordine bloccato dalla mamma di Mirto
In merito all'ultima telefonata fatta con l'amica, Rossella ricorda che le due parlarono di un ordine relativo ad alcuni materassi, che venne poi bloccato una settimana dopo la scomparsa dell'ex vigilessa dalla mamma di Mirto Milani (non indagata), il fidanzato di Silvia Zani adesso in carcere assieme alla stessa Silvia e alla sorella di quest'ultima, Paola. Solo in quella circostanza Rossella venne a conoscenza dell'esistenza della figura del giovane, di cui in precedenza Laura non le aveva mai parlato. Al contrario delle figlie, delle quali Laura parlava sempre in termini positivi: "Mi aveva raccontato che la più grande faceva la fisioterapista in una Rsa a Ponte di Legno, mentre che l’ultima era molto brava a scuola e ne andava fiera".
Ieri gli arrestati hanno fatto scena muta davanti al giudice
Le stesse figlie che invece, stando alla procura, hanno ucciso la madre e ne hanno fatto sparire il corpo per mesi assieme a Mirto: "Non pensavo a tutto quello di cui si parla oggi – dice l'amica di Laura – ero arrivata a pensare che qualcuno l’avesse incontrata e magari violentata". Non si sa ancora con precisione come Laura sia stata uccisa e dove sia stato nascosto il corpo dal momento della sparizione, l'8 maggio, a quello del ritrovamento, l'8 agosto. Secondo gli inquirenti è invece chiaro il movente del delitto: un movente economico, dal momento che i tre volevano impossessarsi e gestire il patrimonio immobiliare dell'ex vigilessa. Ieri Silvia e Paola Zani e Mirto Milani hanno fatto scena muta davanti al giudice per le indagini preliminari, in occasione dell'interrogatorio di garanzia. Un silenzio che alimenta il mistero attorno al giallo di Temù, piccolo centro della Val Camonica diventato il cuore del piano diabolico ordito dai tre.