“Lucida e distaccata, non ha versato una lacrima”: l’interrogatorio della mamma che ha ucciso la figlia
Neanche una lacrima o un accenno di pentimento. Alessia Pifferi davanti al pubblico ministro nel primo interrogatorio dopo l'arresto ha confessato di aver lasciato da sola la figlia di 16 mesi dei sei giorni: accanto al letto solo un biberon con un po' di latte. Ha raccontato tutto in modo freddo e distaccato. Al pubblico ministero Francesco De Tommasi ha confermato l'intenzione di uccidere: la donna sapeva che se avesse lasciato la figlia in casa da sola tutto questo tempo sarebbe morta. Per questo ora è accusata di omicidio volontario aggravato da futili motivi e a cui è stata contestata la premeditazione. "Durante l'interrogatorio non ha mai pianto", ha spiegato il pubblico ministero a Fanpage.it. Nel pomeriggio di oggi 22 luglio si è tenuto invece l'interrogatorio di convalida.
L'ipotesi dei tranquillanti alla piccola
Da chiarire nelle prossime ore come sia morta la bambina. Al momento è certo che la piccola sia morta di stenti, sarà però l'autopsia a confermare quanto accaduto nel dettaglio. Tra le ipotesi da chiarire quella che la piccola Diana sia stata sedata con alcuni tranquillanti: nella casa infatti è stato trovato dell'ansiolitico ma al pubblico ministero la donna avrebbe detto che la boccetta trovata appartiene a un suo vecchio compagno. I dubbi però sono legati al fatto che la piccola non ha mai pianto durante i giorni scorsi: nessun urla della piccola è stata sentita dai vicini. Tutto potrebbe essere spiegato da quegli ansiolitici trovati in casa e che potrebbero essere stati somministrati alla piccola.
Abbandonata per sei giorni in casa
Non sarebbe la prima volta che la donna avrebbe lasciato la piccola in casa da sola per più giorni: lo stesso era successo per un weekend ma la donna era sopravvissuta. Poi l'assenza per giorni: Alessia Pifferi era uscita di casa abbandonando la piccola per sei giorni. Doveva raggiungere il fidanzato a Bergamo al quale aveva raccontato che la piccola era al mare con la sorella. Invece era nella sua casa di Milano. Qui non è neanche passata a controllarla quando era ritornata in città con il compagno per alcuni affari. Mercoledì mattina poi il ritorno a casa: ha trovato la piccola morta. Avrebbe chiamato i vicini che a loro volta avrebbero chiamato il 118. Ma per la bimba era ormai troppo tardi.