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Mattia Lucarelli e Federico Apolloni accusati di stupro

Lucarelli e Apolloni condannati per stupro: “Non era goliardia, hanno carpito il consenso della ragazza”

Mattia Lucarelli e Federico Apolloni sono stati condannati in primo grado per violenza sessuale di gruppo. Per il gup di Milano, i due calciatori dilettanti hanno agito nella “piena consapevolezza dello stato di alterazione della persona offesa”.
A cura di Enrico Spaccini
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Federico Apolloni e Mattia Lucarelli
Federico Apolloni e Mattia Lucarelli
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Non è stato un "momento di goliardia", quanto piuttosto una "azione collettiva, volta a carpire il consenso della persona offesa ad atti sessuali con il maggior numero di loro, nonostante la piena consapevolezza dello stato di alterazione della persona offesa". Lo ha scritto il gup di Milano, Roberto Crepaldi, nelle motivazioni della sentenza di condanna, in abbreviato, per i calciatori dilettanti Mattia Lucarelli, Federico Apolloni e tre loro amici per una presunta violenza sessuale di gruppo commessa su una ragazza americana di 19 anni nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2022.

La condanna per la presunta violenza sessuale

Lucarelli e Apolloni erano stati arrestati il 20 gennaio 2023 su richiesta della pm Alessia Menegazzo. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i due, insieme a tre amici, avrebbero conosciuto nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2022 una studentessa americana all'interno di una discoteca.

Una volta portata all'appartamento di Lucarelli, figlio dell'ex attaccante e ora allenatore Cristiano, il gruppo avrebbe abusato sessualmente di lei. Sulla base di queste accuse, Lucarelli e Apolloni sono stati condannati in primo grado con rito abbreviato a 3 anni e 7 mesi.

"Hanno carpito il consenso della ragazza"

I difensori degli imputati hanno sostenuto che la 19enne quella sera avesse un tasso alcolemico inferiore allo 0,5 e che quindi, secondo loro, fosse in grado di esprimere consenso. Stando a quanto riportato nella relazione tossicologica e psicologica redatta dai consulenti nominati dalla Procura, invece, la presunta vittima era in uno stato di incoscienza.

Il gup Crepaldi ha scritto nelle motivazioni che "può ritenersi provato con certezza che gli imputati abbiano carpito il consenso della persona offesa mediante un'attività di persuasione". Questa gli avrebbe permesso di "superare l'iniziale dissenso" e, successivamente, di strumentalizzare "lo stato di disorientamento dovuto all'ubriachezza della vittima, così inducendola a subire atti sessuali ai quali si sarebbe altrimenti opposta".

Per il giudice, quindi, il gruppo aveva la "piena consapevolezza dello stato di alterazione della persona offesa" e quello che si sarebbe verificato nell'appartamento di Lucarelli non sarebbe stato un "disinteressato momento di goliardia tra ragazzi", ma una "azione collettiva, volta a carpire il consenso" della ragazza.

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