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Luca Marengoni morto in bici sotto il tram, i ciclisti di Milano protestano occupando le strade

“Non aspettiamo il prossimo incidente, il Comune di Milano deve intervenire adesso per proteggere chi pedala”. La manifestazione pacifica lungo la ciclabile di viale Monza: sono centinaia le persone che da Rovereto si riversano fino in corso Buenos Aires.
A cura di Francesca Del Boca
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In fila indiana, silenziosi, ordinati. È la protesta pacifica dei ciclisti milanesi, uniti in strada per protestare contro l'ennesimo incidente che vede coinvolto un ciclista in città: quello di Luca Marengoni, il 14enne morto investito da un tram in via Tito Livio mentre pedalava verso il suo liceo. Una cordata di persone lungo viale Monza, ai bordi della ciclabile. Sono in centinaia, e da Rovereto si riversano fino in corso Buenos Aires.

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Una "ciclabile umana" per chiedere al Comune di proteggere i ciclisti

"Una ciclabile umana per chiedere al Comune di proteggere chi pedala ogni giorno", è la motivazione.

"Non vogliamo assuefarci al rischio. Perché proprio quel rischio, finché c’è, impedisce a tante persone di prendere coraggio e di abbandonare l’auto per provare a spostarsi in bicicletta". Un'occasione, la morte di Luca, per far venire a galla il problema della sicurezza per chi pedala nel traffico milanese.

A Milano infatti, secondo i dati del Comune, tra il 2017 e il 31 agosto del 2022 gli incidenti in bicicletta sono stati ben 6.128, con un calo unicamente nell'anno del lockdown. "Non vogliamo aspettare il prossimo incidente per scendere in strada affinché le cose cambino. Il Comune di Milano deve intervenire ora per proteggere chi pedala".

E proprio il Comune risponde ai ciclisti, attraverso l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli. "In questa nostra città e in tante altre la sicurezza stradale è un'emergenza che può riguardare tutti, a partire dai pedoni, dai ciclisti, da chi in strada è più fragile. La sicurezza stradale chiede uno straordinario ma costante impegno", scrive, ricordando anche la tragedia di Luca "morto in bici nelle nostre strade". E conclude: "Estendere la rete delle ciclabili, zone a 30 km/h. Questo è il percorso da seguire per una città più sicura".

(Facebook)
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Le indagini sulla morte di Luca Marengoni investito in bici in via Tito Livio

Intanto continuano le indagini per ricostruire la dinamica dell'incidente in cui ha perso la vita il 14enne Luca Marengoni, investito da un tram in via Tito Livio (Calvairate): come da prassi, è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti del conducente.

Dalle prime testimonianze, è emerso che l'uomo alla guida si sarebbe trovato davanti all'improvviso il ragazzino, che aveva appena scartato sui binari del tram per attraversare in un punto asfaltato ma senza strisce pedonali. A niente sarebbero serviti i segnali di avvertimento del tranviere, che avrebbe scampanellato per avvertire il giovane: l'ha investito senza riuscire a fermarsi.

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Le proteste dei cittadini: "Quel tratto è pericoloso, i binari del tram vanno recintati"

Una storia drammatica, accolta anche da tantissime polemiche. "Quel punto di strada è pericoloso", lamentano gli abitanti del quartiere. "I binari del tram vanno protetti". Ma il Comune replica: “In quel tratto non ci sono problemi. Anzi, la presenza di un linea tram in sede protetta evita i problemi di promiscuità con veicoli e pedoni”.

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