Luca de Bonis fermato per l’omicidio dell’amico Manuel Millefanti: la foto dell’ultima nottata trascorsa a bere
L'ultima foto che Luca de Bonis ha pubblicato sul suo profilo Facebook lo ritrae in casa sua in compagnia dell'amico Manuel Millefanti tra bottiglie di vino e birra. Era da poco passata la mezzanotte di martedì 22 gennaio e solo quattro ore più tardi l'ospite 43enne ha telefonato a sua madre dicendo: "Mi hanno accoltellato, aiutami". Secondo i carabinieri del nucleo operativo Radiomobile di Cantù e del nucleo investigativo di Como ad accoltellarlo sarebbe stato proprio il suo amico 33enne che, una volta portato in caserma, è stato formalmente indagato per omicidio volontario.
La serata trascorsa a bere
A uccidere Millefanti è stato un unico colpo inferto con un coltello da cucina. La lama lo ha trafitto di punta, dall'alto verso il basso, tra il pettorale e la scapola. L'arma è stata già ritrovata in un casolare, ma è ancora un mistero il movente dell'omicidio avvenuto in una villetta di via Guglielmo Marconi a Oltrona di San Mamette.
Stando a quanto ricostruito finora, Millefanti ha raggiunto il suo amico intorno alle 22:30 di lunedì 21 gennaio. Come evidenziato anche dalla foto che de Bonis ha pubblicato su Facebook, i due hanno trascorso la nottata insieme a bere. Quello che non è ancora chiaro è cosa abbia spinto il 33enne ad accoltellare il suo amico.
De Bonis accusato di omicidio volontario
Millefanti è morto nel soggiorno di casa sua all'alba del 22 gennaio. Poco prima il 43enne era riuscito a telefonare a sua madre, alla quale avrebbe chiesto aiuto e indicato in "Luca" il responsabile del suo ferimento poi rivelatosi fatale. Il 33enne, già noto per fatti anche di droga, è stato fermato intorno alle 13 dai carabinieri mentre passeggiava lungo la Lomazzo Bizzarone.
Portato in caserma, de Bonis in un primo momento avrebbe respinto ogni accusa, ma in tarda serata avrebbe iniziato a fare le prime ammissioni dicendo di essersi difeso da una presunta aggressione di Millefanti. Per questo motivo i militari hanno richiesto l'intervento del magistrato di turno alla Procura di Como, Antonio Nalesso, il quale ha provveduto a formalizzare l'accusa nei suoi confronti di omicidio volontario.