L’oratorio chiuso per maleducazione, Don Andrea: “Chi entra deve rispettare le regole”
Bambini che salgono con le bici sugli scivoli, bagni intasati, abbigliamento degli adulti non consono, rifiuti non differenziati: sono alcuni dei motivi che hanno portato don Andrea Spreafico, della parrocchia di Cicognara, provincia di Mantova, a decidere la chiusura dell'oratorio per un giorno, giovedì 16 giugno.
Il messaggio di Don Andrea
"La chiusura è un segnale di sveglia che si dà", racconta a Fanpage.it don Andrea, necessaria per riportare l'ordine nell'oratorio dopo giorni movimentati, forse a causa "della calura, della scuola che si è chiusa e dell'allentamento delle misure anti-Covid". L'oratorio è tornato ad aprire le sue porte già dallo scorso fine settimana, ma il clamore della scelta di don Andrea ha fatto il giro dei social, scatenando migliaia di commenti, quasi tutti, a dir la verità, a supporto del don. "A volte facciamo difficoltà a far passare il messaggio perché alcuni magari di non origine italiana non capiscono la lingua, ma stupisce la mancata comprensione non di chi è arrivato qui da pochi anni, ma da chi è nato qui e ha genitori di tradizione cristiana" spiega don Andrea. Se le regole non vengono rispettate chiudere è servito per lanciare un messaggio. "Stigmatizziamo il comportamento, non la persona, un bambino non si pretende che lo capisca, ma un genitore sì. Quando un bambino viene qui suppongo che tacitamente il genitore firmi un patto educativo" che presuppone il rispetto delle regole e del prossimo.
Altre volte era stato chiuso l'oratorio
Mentre don Andrea ci mostra l'oratorio – con una sala dotata di calcio balilla, ping pong, un bar, un salone con tavoli, un campo da calcio in erba che farebbe invidia anche a centri sportivi – ci racconta dello stupore scatenato dalla sua scelta e del dibattito che ha generato in rete: "Era successo altre volte di chiudere, tanto clamore forse perché c'era il bisogno di parlarne, c'è un grande interesse" per le questioni educative. L'ultima riflessione don Andrea la dedica al rapporto tra il singolo e la comunità. "Pretendiamo l'eccellenza dagli altri, quando tocca a noi abbiamo mille scuse, dobbiamo imparare a operare uno scambio equo, il cancellino dell'oratorio è aperto, tante persone ci hanno messo tanto a farlo funzionare, tu, ospite, ci aiuti? Insieme si potrebbero fare tante cose in più".