![Pablo Gonzales Rivas, a sinistra (foto di Fanpage.it) e Johanna Nataly Quintanilla Valle, a destra (foto da Facebook)](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/29/2025/02/Pablo-Gonzales-Rivas-Johanna-Nataly-Quintanilla-Valle-milano-scomparsa-1200x675.jpg)
Nataly Quintanilla risulta formalmente scomparsa dal 31 gennaio dopo che il suo compagno Pablo Gonzalez ne segnala l'allontanamento volontario. In realtà di Quintanilla si erano perse le tracce già da una settimana e questo aveva suscitato notevole preoccupazione nelle persone che la conoscevano e che con lei avevano rapporti e contatti costanti.
La prima ad allertarsi per quell’assenza è la zia della donna, che è in contatto telefonico con la nipote quasi tutti i giorni. La sente al telefono il 24 gennaio mentre sta rientrando a casa dal lavoro e si lasciano con la promessa di risentirsi attraverso un'ulteriore telefonata che non avverrà mai.
Il 28 gennaio anche la datrice di lavoro di Quintanilla si allarma perché la donna non si è presentata per ben due giorni consecutivi e questo non è un comportamento solito per una persona puntuale e precisa come lei. Si sono sentite telefonicamente il 24 gennaio: è la quarantenne che la chiama alle 17.38, mentre rientra a casa, per dirle che il lunedì (27 gennaio) le avrebbe riconsegnato dei guanti che aveva preso inavvertitamente.
Nel corso di quella telefonata la donna sembra agitata, ma nulla farebbe presagire l’intenzione di allontanarsi. Martedì 28 gennaio pertanto la datrice sceglie di presentare una formale segnalazione presso la caserma dei Carabinieri, a seguito della quale il personale dell’arma si reca presso l’abitazione che Quintanilla condivide con il suo compagno.
Il portiere dello stabile riferisce di non vederla dalla scorsa settimana. Gonzalez sostiene che si sia trasferita in un luogo a lui sconosciuto da circa una settimana, anche in previsione dell’arrivo di sua moglie da El Salvador. Nega che tra loro vi sia una relazione di intimità.
C’è poi una cara amica di Quintanilla che ha contatti con lei fin dopo la mezzanotte del 25 gennaio, poi più nulla. La donna contatta più volte Gonzalez ed è lei che lo sollecita affinché l’uomo vada a fare denuncia.
Nel corso della denuncia l'uomo cambia versione rispetto a ciò che aveva riferito precedentemente ai carabinieri. Ammette la relazione affettiva e la sussistenza di una convivenza che dura da circa 6 anni. Sostiene di aver visto la compagna triste i giorni precedenti la scomparsa, al punto tale da manifestare intenti anticonservativi.
Racconta che la sera del 24 gennaio, dopo essere rientrati entrambi dal lavoro, decidono di non cenare e che lui si addormenta sul divano, fino a notte tarda, quando svegliandosi non la trova più.
Dall’abitazione mancano delle valige e alcuni vestiti e il telefono della donna risulta irraggiungibile. Nel giro di qualche giorno gli inquirenti, soprattutto grazie all’acquisizione delle telecamere di videosorveglianza, hanno importanti elementi per procedere al fermo di Gonzalez (7 febbraio) per l’ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere della compagna.
Messo di fronte a quelle immagini, che lo riprendono mentre carica una pesante valigia sulla propria auto la notte del 25 gennaio, Gonzalez ammette che la donna sia morta quella stessa sera a causa di un gioco erotico nel corso del quale lui le avrebbe "involontariamente" spezzato l’osso del collo. Preso del panico si sarebbe sbarazzato del corpo in un luogo che non riesce bene a definire.
Una versione la sua, che appare alla luce di fatti, poco verosimile. Gonzalez avrebbe posto in essere una serie di azioni, dal giorno in cui della donna si perdono le tracce, più compatibili con l’agito di una persona lucida che potrebbe aver premeditato il delitto, che con quello di un uomo che trovandosi in una situazione inaspettata si è mosso in preda al panico.
Ha atteso una settimana prima di presentare la denuncia di scomparsa e lo ha fatto solo dietro la pressione esercitata dalle amiche della compagna, molto probabilmente nel tentativo di prendere tempo e con l’intento di evitare che il copro fosse rinvenuto.
Ha cercato di depistare le indagini sia quando i carabinieri si sono presentati a casa sua, parlando di un trasferimento della donna presso un luogo ignoto, che in sede di denuncia. In entrambi i casi l’intento dell’uomo è stato quello di far pensare a un allontanamento volontario dovuto forse a uno stato depressivo della donna. Seppur in assenza di eventi pregressi o elementi che deponessero in tal senso.
Ha cercato di eliminare ogni prova cancellando sul suo telefono l’intera conversazione con la compagna, gettando via il suo cellulare e occultandone il corpo probabilmente perché questo avrebbe potuto far emergere evidenze riconducibili a circostanze differenti in merito alle cause della morte.
In tutte queste circostanze Gonzalez, seppur con molteplici contraddizioni, avrebbe comunque mantenuto un comportamento freddo ed emotivamente distaccato nel tentativo di non essere associato alla scomparsa della donna.
Quello che risulta importante al momento è comprendere il movente, che potrebbe essere riconducibile o a questioni economiche, come avrebbe ipotizzato la zia della donna, o al legame affettivo che vi era tra i due. Significativa in tal senso appare la presenza di un'altra donna, già dal 4 febbraio, presso l’abitazione che Gonzalez condivideva con la compagna.
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