Lombardia zona rossa, Sala: “Il sistema scelto dal governo per le zone non garantisce equità”
"Le decisioni del Governo vanno rispettate e io da uomo delle istituzioni mi attiverò affinché questo sacrificio possa trasformarsi in un beneficio per la salute della nostra comunità". A dirlo in un video postato su Facebook è il sindaco di Milano Giuseppe Sala che già nei giorni precedenti alla firma del nuovo decreto ministeriale da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aveva mostrato il suo disappunto circa un nuovo lockdown.
Il disappunto del presidente Fontana e la chiamata con de Magistris
Un disappunto condiviso con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che ieri, mercoledì 4 novembre subito dopo la conferenza del premier Conte, ha definito le misure: "Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi", ma anche con il collega di Napoli Luigi de Magistris: "Mi ha chiamato stamattina presto per dirmi: come mai in Campania il presidente De Luca immaginava di fare un lockdown generale vista la situazione drammatica e invece ci troviamo nell'area gialla?". Per il primo cittadino di Milano infatti il sistema è troppo complesso e: "A complicare le cose non si raggiunge l'obiettivo".
Sala: Non sono certo che sistema garantisca equità
Nonostante ribadisca che la decisione del Governo sarà rispettata, secondo il sindaco il sistema scelto dall'Esecutivo per definire le zone gialle, arancioni e rosse è troppo complicato perché divide non solo per regioni ma anche per province oltre a tenere in considerazione sia l'Rt che altri 21 indicatori difficili da decifrare: "Io avrei scelto un sistema più semplice e uniforme. Non sono così certo che questa classificazione vista in maniera dinamica e in ottica di tendenza garantisca una decisione equa".
Le limitazioni per la Lombardia
Le limitazioni per tutto il territorio lombardo scatteranno comunque da venerdì 6 novembre: non si potrà uscire di casa né dal proprio comune se non per comprovate esigenze di lavoro, salute, necessità o urgenza che dovranno essere dimostrati con un'autocertificazione. Si potrà comunque rientrare presso il proprio domicilio. Bar e ristoranti saranno chiusi e potranno fare solo asporto. Alimentari, tabaccai, edicole, farmacie, lavanderie e parrucchieri resteranno invece aperti.