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Covid 19

Lombardia zona rossa, il sindaco Gori chiede la deroga per Bergamo

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il presidente della provincia Gianfranco Gafforelli chiedono una deroga contro la zona rossa per il loro territorio, al centro della pandemia durante la prima ondata: “Crediamo si possano comprendere le difficoltà cui il protrarsi delle limitazioni sottopone i cittadini dei nostri territori”. Ad oggi infatti i dati qui non preoccupano, contano 61 positivi ogni 100mila abitanti, ben sotto alla soglia limite.
A cura di Giorgia Venturini
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Nelle ore che precedono l'entrata in zona rossa della Lombardia, Bergamo si oppone alle nuove restrizioni chiedendo una deroga. La città, con il resto della provincia, è stata bersaglio delle pandemia durante la prima ondata per poi essere risparmiata dal virus nei mesi successivi: oggi qui si contano 61 positivi ogni 100mila abitanti. Ovvero un numero ben lontano dalla soglia di allerta di 250 contagi per la stessa porzione di popolazione. Soglia che fino ad oggi venerdì 15 gennaio ha superato solo Mantova arrivando a quota 297.

Il sindaco Gori invia una lettera a Regione Lombardia

Per i bergamaschi quindi le nuove restrizioni dovrebbero non coinvolgere tutta la provincia. È quello che chiedono in una lettera formale a Regione Lombardia, perché si faccia portatrice al Ministero della Salute, il sindaco e il presidente della provincia di Bergamo, Giorgio Gori e Gianfranco Gafforelli: "Crediamo si possano comprendere le difficoltà e le sofferenze cui il protrarsi delle limitazioni, se non addirittura il loro inasprimento, sottopone i cittadini dei nostri territori". Al sindaco Gori risponde il governatore leghista Fontana con un post su Facebook: "Comprendo bene le ragioni del sindaco Gori, che evidenziando come la provincia di Bergamo con 61 positivi al Covid ogni 100 mila abitanti, quindi al di sotto della media regionale, chiede una deroga alla zona rossa. Il problema è che tale parametro non è preso in considerazione dal Ministero della Salute e dal Cts nazionale, ma solo l'R".

Fontana: Zona rossa è una punizione

Contrario alla decisione del governo di fare Lombardia zona rossa sarebbe anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. A margine di un evento che si è tenuto questa mattina a Concorezzo, in provincia di Monza e Brianza, ha detto di aver avuto una conversazione telefonica col ministro della Salute Roberto Speranza: "Ho appena parlato con il ministro Speranza, è una punizione che la Lombardia non si merita. Mi ha detto che farà fare ancora dei controlli". A convincere il governo sarebbero evidentemente i parametri relativi all'epidemia di Covid-19 peggiorati in questi giorni tanto da inserire la regione di Milano nella fascia di rischio più alta. Il governatore però ha fatto presente a Speranza che "c’è qualcosa che non funziona nei conti, come vengono fatti e nella determinazione dei parametri".

Fontana: il sistema di assegnazione non funziona

Secondo il governatore leghista infatti "se venisse utilizzato il tasso di incidenza dei positivi su 100 mila abitanti oggi la Lombardia non finirebbe in zona rossa". E ancora: "Prendendo in considerazione questo dato infatti la nostra regione ha un'incidenza ben al di sotto delle altre regioni italiane, che oggi verranno classificate magari anche in zona gialla", spiega nel dettaglio il governatore. "È da tempo che continuo a ribadire che il sistema di assegnazione non funziona e anche oggi ho chiesto a Speranza una revisione". Quindi, "se il sindaco Gori, riesce a sollecitare un intervento ai suoi rappresentanti politici – gli unici a poter cambiare le regole e modificare il sistema – non sarà necessario disporre deroghe per Bergamo, in quanto tutta la Lombardia potrà essere, almeno, zona arancione".

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