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Covid 19

Lombardia, vaccinazioni per disabili e fragili partono con lentezza: nuova diffida alla Regione

Le famiglie con figli con disabilità, rappresentate dall’associazione “Nessuno escludo”, ha diffidato per la seconda volta in pochi giorni Regione Lombardia. Per le famiglie non c’è più tempo: bisogna adottare ogni tipo di azione che abbia come scopo l’immediata vaccinazione dei caregivers. Secondo il piano vaccinale nazionale tra i fragili rientrerebbero chi è affetto da gravi patologie e le persone con disabilità: in Lombardia mancano però ancora date e informazioni.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
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Tanti ospedali lombardi attendono ancora il via libera da Regione Lombardia per l'avvio della campagna vaccinale per i più fragili. Stando a quanto annunciato dal direttore generale del Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi durante la conferenza stampa di mercoledì 10 marzo a Palazzo Lombardia da questa settimana "daremo il via alla somministrazione del vaccino ai più fragili". Il direttore poi in conferenza stampa si era sbilanciato parlando di malati oncologici. Ma alcuni ospedali attendono ancora il via libera da Regione, come il Niguarda a Milano e il San Gerardo di Monza, mentre altri hanno iniziato la somministrazione della dose anti Covid ai pazienti trapiantati e quelli che stanno combattendo contro un tumore, come nel caso dell'ospedale di Varese.

L'associazione "Nessuno escluso" diffida per la seconda volta Regione Lombardia

Tra i fragili rientrerebbero anche le persone con disabilità. Eppure in Lombardia le famiglie con figli disabili attendono ancora una risposta alle tre lettere inviate alla giunta Fontana per chiedere il vaccino il prima possibile ai caregivers. Stanchi di aspettare nel giro di pochi giorni è arrivata anche la seconda diffida presentata a Regione Lombardia da parte dell'associazione "Nessuno è escluso": "Alla luce del piano nazionale vaccini Covid – si legge nella diffida – emanato dal commissario straordinario lo scorso 13 marzo" è stato sancito "espressamente che, consequenzialmente alle 5 categorie individuate come prioritarie nella somministrazione, dobbiamo avere priorità assoluta nella vaccinazione le persone con disabilità e i caregivers". E poi l'associazione continua: "Pertanto non essendovi più nessuna causa ostativa o interpretativa, vi diffido formalmente ad adottare ogni tipo di azione che abbia come scopo l'immediata vaccinazione di dette categorie in Regione Lombardia". In caso contrario l'associazione fa sapere che si presenterà davanti all'autorità giudiziaria.

Il vaccino per i caregivers

"Noi non chiediamo che vengano vaccinati i nostri figli perché la maggior parte è minorenne, ma i caregivers, ovvero quelle persone che assistono i disabili 24 ore su 24. Possono essere degli operatovi o anche noi genitori", ha spiegato a Fanpage.it Fortunato Nicoletti dell'associazione "Nessuno Escluso" e presidente del Comitato famiglie disabili lombarde. E poi ha aggiunto: "Questo perché non possiamo permetterci di portare in casa il virus. Oltre al fatto che nel caso in cui risultassero contagiati gli operatori o noi genitori, chi si occuperebbe dei nostri figli?". In Lombardia fino ad ora sono stati vaccinati solo i disabili che vivono in una struttura sanitaria, chi invece non frequenta i centri "è stato ignorato". Così ora chiedono di accelerare i tempi e di far rientrare anche i caregivers tra le categorie con priorità. Ad oggi si hanno solo poche certezze: ovvero la Lombardia procederà con la somministrazione dei vaccini alle persone fragili nella struttura sanitaria dove sono in cura e a loro verranno destinati solo i vaccini Pfizer, ad oggi l'unico vaccino adatto a questa categoria.

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