Lombardia, superato il picco di ricoveri in terapia intensiva: “Ma potrebbero esserci nuove ondate”
La fase di "piena" della terza ondata della pandemia di Coronavirus in Lombardia è stata superata. Come previsto da diversi esperti, tra cui l'epidemiologo dell'Università Statale di Milano Carlo La Vecchia, quello che può considerarsi il "picco" della terza ondata si è verificato tra la fine di marzo e i primi di aprile, a ridosso di Pasqua. E a marzo, precisamente il 29 marzo, si è raggiunto il picco anche per quanto riguarda i pazienti Covid-19 ricoverati in terapia intensiva: 870. Un numero sicuramente elevato, ma lontano sia dal "record" della seconda ondata (936) sia, soprattutto, dai tragici numeri della scorsa primavera, quando in Rianimazione arrivarono ad esserci oltre 1320 posti letto occupati.
Rispetto alla prima e alla seconda ondata sono diminuiti anche i ricoveri
Proseguendo nel confronto con le altre ondate pandemiche, dai dati pubblicati sulla Dashboard del sito di Regione Lombardia si evince come, anche sul fronte dei ricoveri, il picco della terza ondata sia stato inferiore a quelli registrati nella scorsa primavera (quando arrivarono ad essere occupati oltre 13mila posti letto ordinari da pazienti Covid) e tra ottobre e dicembre, quando si raggiunse quota 9.250 posti letti occupati. Dal grafico però si evince anche un altro dato, che ha portato molti esperti a non parlare di terza ondata, ma di una seconda che non si è mai conclusa: e cioè che da dicembre dello scorso anno i ricoveri non sono mai scesi sotto una soglia importante e si è rimasti sempre su circa 4000 posti letto occupati nei reparti di area non critica.
Decessi e positivi, il confronto tra le ondate
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Anche i grafici relativi ai decessi per Covid (che potete vedere qui sopra) e al numero di nuovi positivi (sotto) mostrano differenze tra le diverse ondate pandemiche. Nel caso dei decessi bisogna ricordare che solitamente si tratta dell'ultimo dato a diminuire: il numero di decessi giornalieri appare al momento più contenuto sia della seconda sia della prima ondata, ma più che picco si può parlare di plateau: "In Lombardia abbiamo raggiunto una sorta di plateau, con una tendenza al lento abbassamento. Ma per alcuni giorni dovremo attenderci purtroppo dati in linea con le ultime giornate", spiega a Fanpage.it il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale e direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi. E purtroppo il dato odierno dei decessi, 130, dà ragione al professore: si tratta della giornata più brutta da mesi, ma vicina al dato di 127 decessi giornalieri registrato il 1° aprile.
Per quanto riguarda i nuovi positivi, invece, il grafico mostra una "montagnola" più bassa rispetto alla seconda ondata ma più alta rispetto alla prima (ma in quel periodo, lo ricordiamo, venivano fatti molti meno tamponi). Rispetto agli oltre diecimila positivi al giorno che si sono registrati durante la seconda ondata, i picchi della terza ondata hanno raggiunto gli oltre 6000 nuovi positivi giornalieri. Anche in questo caso la media mobile mostra una flessione negli ultimi giorni.
Pregliasco: A seconda delle riaperture saranno possibili nuove ondate
A influire sul numero minore di ricoveri nella terza ondata pandemica secondo Pregliasco potrebbe essere stata anche la "maggiore capacità di utilizzare le risorse in modo più appropriato, come i reparti e i caschi C-Pap". In sostanza il sistema sanitario si è fatto trovare "più preparato, c'è stata maggiore organizzazione e si sono fatte scelte più oculate". Per quanto riguarda un possibile impatto dei vaccini per Pregliasco invece "è ancora troppo presto per valutarlo, in Lombardia stiamo vaccinando solo ora gli anziani, a parte quelli nelle Rsa".
Se sulla risposta del sistema sanitario traspare da parte di Pregliasco ottimismo per come è stata gestita la terza ondata, il professore non nasconde la sua preoccupazione in vista dell'immediato futuro: "Potrebbero esserci altre ondate, purtroppo nel momento in cui ci saranno delle riaperture ci sarà inevitabilmente un prezzo da pagare. In Italia abbiamo circa 3,5 milioni di persone ufficialmente contagiate e quindi con gli anticorpi, a cui si aggiungono altre 3 milioni di persone che stimiamo siano state contagiate ma non sono state individuate e 11 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Significa che ci sono ancora milioni di persone suscettibili, e il virus se viene lasciato libero il suo ‘sporco lavoro' continuerà a farlo". Da qui quindi l'appello del virologo a evitare un "liberi tutti" come quello dell'estate scorsa.