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Lombardia, respinta la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Fontana

Il Consiglio regionale ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Attilio Fontana presentata dai gruppi di opposizione con l’unica eccezione della consigliere di Italia Viva Patrizia Baffi. Il Consiglio si è espresso con 47 voti contrari, 30 voti a favore su 77 presenti. La mozione era stata presentata lo scorso 29 gennaio “per il bene della Lombardia Fontana deve essere sollevato dal suo incarico”, come avevano precisato i partiti d’opposizione.
A cura di Giorgia Venturini
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Respinta la mozione di sfiducia nei confronti del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Così ha deciso il consiglio che si è riunito oggi martedì 2 febbraio: 47 i voti contrari e 30 favorevoli su 77 presenti. Non passa, dunque, la richiesta, protocollata lo scorso 29 gennaio, dai partiti d'opposizione, con l'unica eccezione della consigliera di Italia Viva Patrizia Baffi che, come in altre occasione, ha deciso di non appoggiare la richiesta dei colleghi in opposizione. Questi invece avevano presentato la mozione precisando che "per il bene della Lombardia Fontana deve essere sollevato dal suo incarico". Nel dettaglio, il documento si concentrava sulla "la gestione dell’emergenza sanitaria, legata alla diffusione del Coronavirus in Lombardia, ha evidenziato le diverse e troppe inefficienze del sistema sanitario lombardo e, in particolar modo, ha messo in luce una assoluta inadeguatezza da parte di questa amministrazione regionale di poter proseguire, nell’interesse dei cittadini lombardi, nel suo operato". Il governatore Fontana e i suoi assessori, prosegue la mozione, "si sono rivelati del tutto inefficaci a fronteggiare la grave emergenza in atto".

A settembre respinta la mozione di sfiducia nei confronti di Fontana

Si tratta della seconda mozione di sfiducia presentata contro Fontana dalle opposizioni e respinta dal consiglio dall'inizio della pandemia. Lo scorso 8 settembre il Consiglio aveva salvato il presidente leghista dopo che l'opposizione aveva chiesto le sue dimissioni: allora al centro c'erano le polemiche sul "caso camici", la fornitura da mezzo milione di euro di materiale sanitario ordinata all'aziende del cognato del governatore, la Dama spa, su cui indaga la Procura di Milano. Anche allora sul testo presentato da Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Lombardi Civici Europeisti e firmato anche da +Europa (dopo alcuni dubbi iniziali) non c'era la firma della consigliera di Italia Viva, Patrizia Baffi, che in consiglio aveva poi votato contro la sfiducia. L'ultima mozione di sfiducia – presentata dal Movimento cinque stelle – era dello scorso primo dicembre nei confronti dell'ex assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera: su 79 presenti erano stati 47 i voti contrari e 31 i favorevoli. "Ringrazio di cuore il presidente Attilio Fontana e i consiglieri di maggioranza per la grande prova di determinazione e compattezza", aveva ringraziato Gallera su Facebook pochi giorni prima del rimpasto in giunta e dell'arrivo di Letizia Moratti a capo dell'assessore al Welfare.

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