Lombardia, niente vaccini per operatori sanità privata: “Discriminazione e rischio per i pazienti”
Regione Lombardia predisponga "in tempi brevissimi gli atti necessari al superamento della circolare che ha escluso la fornitura di vaccini antinfluenzali alle strutture del privato accreditato e a garantire alle predette strutture le dosi di vaccino necessarie alla copertura del personale medico, infermieristico e degli operatori sanitari e sociosanitari, certificando nei fatti che questi operatori sono categoria prioritaria alla stessa stregua dei colleghi che operano nel sistema pubblico". È quanto chiede una mozione presentata al Pirellone dal consigliere regionale Michele Usuelli (+Europa), che denuncia una discriminazione nei confronti degli operatori delle strutture private, ma anche un rischio per la salute dei pazienti.
Medici, infermieri e operatori della sanità privata esclusi dai vaccini anti-influenzali
Il caso nasce con una circolare inviata il 17 agosto a tutti i Direttori Generali delle Ats e Asst del territorio. Il documento intitolato "Indicazioni per la campagna vaccinale antinfluenzale 2020-2021" comunica che eccezionalmente quest’anno nelle strutture accreditate private “non è prevista la fornitura di vaccino da parte del Ssn, ma le aziende devono provvedere autonomamente”. Sul mercato però i vaccini sono praticamente introvabili, anche a prezzi triplicati rispetto agli anni precedenti. Per questo i medici e infermieri "eroi" che nella fase uno della pandemia hanno contribuito alla cura dei pazienti Covid-19, ora rischiano seriamente di rimanere senza copertura.
Usuelli: Decisione discriminatoria e rischio per i cittadini
"La decisione di Regione Lombardia di non fornire il vaccino alle strutture del privato accreditato, combinata alla carenza di dosi disponibili sul mercato, rischia di tradursi in un drastico calo della copertura vaccinale tra gli operatori sanitari del privato accreditato e, di conseguenza, in un rischio per i cittadini che si rivolgono a tali strutture, nonché in una più marcata circolazione del virus influenzale, con tutte le conseguenze esposte in premessa", rileva Usuelli nel documento. "Tale decisione determina, tra l’altro, una discriminazione nei confronti di operatori sanitari che, lavorando in un contesto privato, non avrebbero a disposizione uno strumento di tutela della salute previsto per i colleghi del settore pubblico – continua il consigliere radicale – I tempi per l’avvio della campagna vaccinale antinfluenzale sono ormai strettissimi e una decisione sul nodo della fornitura dei vaccini agli operatori del privato accreditato non può in alcun modo essere rinviata".