Lombardia, le Rsa aumentano le rette per coprire i maggiori costi sanitari per il Covid
L’inaspettato e per niente desiderato regalo di Natale è arrivato a fine dicembre e lascia pochi dubbi. Lo firma il presidente della Casa di Riposo di Mandello del Lario Giuliano Zanotta e comunica che “il Consiglio di Amministrazione con deliberazione n.4 del 16/12/2020 ha determinato una variazione dell’importo della retta di soggiorno relativa all’anno 2021 finalizzato alla parziale copertura dei maggiori costi sanitari sostenuti dalla Fondazione per affrontare l’emergenza da COVID-19 quali l’incremento delle prestazioni mediche, l’approvvigionamento di medicinale e gas medicale, l’acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale”.
Quello che si temeva sta accadendo: l’anno nero delle Rsa in Lombardia, già finite nell’occhio del ciclone per l’enorme numero di contagi e di decessi, ora rischia di riversarsi sulle tasche dei cittadini e degli ospiti. Quello della realtà comasca non è l’unica segnalazione e in questi giorni sono in molti a lamentare un mancato intervento di Regione Lombardia, anche in sede di votazione del Bilancio, in un settore che continua a essere in crisi. Eppure l’opposizione in Consiglio regionale ha provato più volte a sollevare il problema, ma Gallera e Fontana non hanno ritenuto importante prendere provvedimenti.
Mammì (M5s): Aumento delle rette poteva essere evitato
"Centrodestra senza vergogna. – dice a Fanpage.it il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gregorio Mammì -. Ancora una volta la Giunta lombarda è sorda davanti ai problemi dei cittadini. L’aumento delle rette di alcune Rsa poteva essere evitato, ad esempio approvando il mio emendamento presentato al Progetto di legge di Regione Lombardia sui ristori alle Rsa, dove chiedevo di vincolare i fondi ai soli erogatori che non avessero alzato le rette a carico delle famiglie". Per il consigliere pentastellato questa è "l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di gestione di questo governo lombardo che non ascolta il contributo politico delle opposizioni".
Dello stesso parere è anche il consigliere regionale del Partito democratico Carlo Borghetti: "Una delle mie proposte, bocciata in Aula dal centrodestra, era di rimborsare alle Rsa tutti i maggiori costi sostenuti a causa della pandemìa (Dpi, sanificazione, personale…) stabilendo nel contempo il blocco delle rette agli ospiti e alle famiglie per il 2020 il 2021, perché temevo che alcune strutture avrebbero aumentato le rette, come sta infatti già accadendo in alcuni casi: mi sembrava una proposta equa per sostenere le difficoltà di bilancio delle Rsa ma senza farlo gravare sulle tasche dei cittadini, che pure sono in nuove difficoltà a causa della pandemia".
La Regione non copre il 50 per cento dei costi sanitari per gli ospiti delle Rsa
C’è poi un problema di fondo ancora irrisolto sulle Rsa lombarde. Le rette praticate agli ospiti delle Rsa sono costituite da due componenti, la quota sociale-alberghiera e la quota sanitaria: la quota sociale-alberghiera è il corrispettivo delle prestazioni di natura non prettamente sanitaria (vitto, alloggio, personale socio-educativo…), ed è a carico dell’anziano o dei suoi familiari, o dei Comuni, e viene definita dai gestori delle strutture, non esistendo ad oggi in Lombardia regolamentazione al riguardo, con importi minimi e massimi in costante aumento e ad elevata variabilità territoriale. Il fatto è che per la quota sanitaria in Lombardia non viene rispettata la copertura regionale del 50 per cento dei costi prescritta dai Lea nazionali, i livelli essenziali di assistenza, tanto che recenti studi dimostrano che il costo totale medio a giornata di assistenza in Rsa in Lombardia è di circa 105 euro con un contributo medio regionale di 41,30 euro, cioè 11,2 euro al giorno in meno rispetto al dovuto (52,50), e quindi ben lontano dal rispetto della sopraccitata copertura del 50 per cento. Gli ospiti si trovano così a pagare con le loro rette anche una parte dell’assistenza sanitaria, che invece dovrebbe essere coperta dal contributo pubblico. Per questo Borghetti ha presentato un Ordine del giorno nel Consiglio di fine dicembre che invitava Regione Lombardia a intervenire su questo divario. "L’Ordine del giorno – dice Borghetti – è stato approvato: vediamo ora che succederà nel corso del 2021. Sono consapevole che si tratta di recuperare nuove risorse, ma si tratta anche di rispettare il dettato costituzionale secondo cui la salute è un diritto universale per la Repubblica, anche per i cittadini che vengono ospitati nelle case di riposo".