Lombardia in zona gialla, Fontana: “Non capisco perché non da domani”
Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, torna a parlare della zona gialla e non rinuncia a una piccola polemica nei confronti del governo. "Tornare lunedì in zona gialla è un risultato importante e soprattutto meritato – ha scritto il governatore leghista su Facebook e in una nota -. Anche se francamente continuo a non capire perché il provvedimento non sia stato reso operativo da domenica". Inizialmente sembrava infatti che la decisione del ministro della Salute Roberto Speranza, che ieri dopo il consueto monitoraggio della Cabina di regia ha declassificato Lombardia, Veneto, Calabria ed Emilia-Romagna facendole tornare in fascia gialla, sarebbe entrata in vigore a partire da domenica 31 gennaio. Era avvenuto così, in effetti, con le ultime ordinanze che avevano sancito i "colori" delle regioni in base ai diversi livelli di rischio epidemiologico da Covid-19.
La zona gialla partirà da lunedì 1 febbraio
Lo stesso Fontana aveva inizialmente scritto che la zona gialla sarebbe iniziata domenica, salvo poi correggersi dopo che sull'ordinanza del ministro Speranza era apparsa, nero su bianco, la data di lunedì 1 febbraio. Al di là delle polemiche Fontana ha sicuramente esultato per una decisione che lui stesso aveva auspicato nella mattinata di ieri, quando aveva rilasciato un messaggio sottolineando come i dati della Lombardia fossero da zona gialla già da tre settimane. L'inatteso cambio di colore è sicuramente anche un modo per sviare dalle polemiche per l'errore nei dati che aveva fatto finire la Lombardia in zona rossa, anche se non ve n'erano i presupposti.
Fontana: Governo riveda i criteri astrusi e incomprensibili dei Dpcm
Nel messaggio odierno Fontana ha parlato della zona gialla come di "un risultato meritato dai lombardi che hanno sempre dimostrato senso civico nel rispetto delle regole e grande spirito di sacrificio". Una retorica che però è lontana dalla realtà: la zona gialla non è una conquista dei lombardi, così come la zona rossa non è una punizione. Si tratta semplicemente di scenari legati all'andamento dell'epidemia, che troppo spesso ha dimostrato di essere determinata da troppe variabili. Fontana in ogni caso ha proseguito: "Dobbiamo proseguire su questa strada confermando che i dati della Lombardia erano da tempo e sono oggi quelli che ci consentono di essere ‘gialli'. Ora il nostro impegno prosegue su due fronti. Il primo, che riguarda un po’ tutti, è continuare il percorso sulla strada dell’alta responsabilità individuale. L’altro è quello di far fronte compatto con tutte le Regioni affinché il Governo centrale riveda i criteri troppo spesso astrusi e incomprensibili dei Dpcm (penalizzando fortemente singole categorie produttive) e provveda a ristorare concretamente e in tempi certi – come ha fatto per quanto nelle proprie disponibilità la Regione Lombardia – chi più degli altri ha subito i danno della pandemia".