Lombardia in bilico tra zona gialla e arancione con incognita varianti: la decisione dopo i dati ISS
Oggi la Lombardia saprà se resterà in zona gialla, confermando un trend stabile in seguito alle riaperture dell'inizio del mese di febbraio, o se invece prevarranno i timori per le nuove varianti Covid e per i focolai in aumento, portando a un passaggio in zona arancione. Sarà decisiva come di consueto la valutazione del Comitato tecnico scientifico che, nella riunione di venerdì pomeriggio, comunicherà alle regioni le nuove fasce.
Casi in aumento e varianti: Lombardia in bilico tra zona gialla e arancione
Il possibile passaggio in zona arancione è collegato a diversi fattori. A pesare ci sono i contagi in risalita, così come l'indice Rt. Ma entrambi i valori sarebbero al limite tra giallo e arancione. Sulla base del report giornaliero di Ats Milano, l'indice Rt del territorio del capoluogo meneghino è tornato sopra quota uno. L'aumento dei casi positivi nell'ultima settimana, si è attestato attorno al 15 per cento. L'incremento è strettamente collegato – oltre che alle riaperture – alla questione varianti. Quattro comuni lombardi – Bollate (Milano), Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese) sono entrati in zona rossa proprio per questo motivo. Anche i dati settimanali raccolti e diffusi dal consigliere regionale del Pd Samuele Astuti confermano una situazione in evoluzione, con curve in risalita sia per quanto riguarda i positivi sia i decessi.
Fontana crede nella zona gialla "ma schema colori va superato"
"Per i numeri che ho la Lombardia dovrebbe rimanere in zona gialla", ha detto giovedì Fontana, ribadendo l'auspicio di non tornare a misure più restrittive. "È acquisito che con le chiusure i dati migliorano e con le aperture peggiorano". Il presidente continua però a criticare il sistema a fascia scelto dall'esecutivo: "Al Governo chiedo un passo in più rispetto ai colori. Questo schema va superato". A sostegno dell'ottimismo del governatore c'è la situazione degli ospedali: sia il numero di ricoverati che quello dei pazienti in terapia intensiva resta al di sotto delle soglie critiche di riempimento dei letti.